Antica giostra del Pitu, domenica 10 a Tonco un fantoccio al posto del tacchino

Torna a Tonco, domenica 10 aprile 2016 dopo il grande successo dell'edizione 2015 anni, la tanto attesa "Storica Giostra del Pitu". Fervono i preparativi da parte dei vari borghi per la realizzazione dei carri rappresentanti momenti di vita contadina e da parte dell'amministrazione per l'organizzazione dei vari aspetti della festa.

Dalle 12 la Pro Loco distribuirà trippa, panini, tunchin dolci e vino. 
La sfilata inizierà invece verso le 14:45 dalle Officine Casorzo.
 Parteciperanno alla sfilata anche i pony del Circolo “La Ciocca” montati da piccoli cavalieri rappresentanti dei 7 rioni. Come da tradizione al termine della sfilata, verso le 16, verrà letto il processo al Pitu interamente scritto in dialetto piemontese e in cui il Pitu stesso viene utilizzato come capro espiatorio, colpevole degli accadimenti negativi  del mondo e in particolare di Tonco, successivamente sempre in piemontese vi saranno condanna e testamento.

Intermezzo danzante con le ragazze de “La nobil corte” che si esibiranno in balli Medioevali. Si procederà quindi con la tradizionale corsa a cavallo che vedrà, come per il 2015, l’utilizzo di un simulacro al posto del tradizionale tacchino.
Scopo dei 7 fantini è quello di staccare la testa del simulacro passando a cavallo al galoppo in piazza. 

I fantini saranno Gallia Marco, Geduzzi Gabriele, Bello William, Marinone Maurizio, Chiovetto Manuele, Gili Gustavo e Affini Giannino per i 7 rioni Annunziata, S.Maria, Casa Paletti, S.Antonio, Portone, Stazione e Piazza.


La Festa del Pitu è un antico rito popolare propiziatorio contadino, che è riuscito a conservare intatti, nel corso dei secoli, tutti gli elementi originali della cerimonia. La purificazione trova attuazione attraverso il ‘processo’ e la ‘condanna’ del Pitu. La parte centrale della manifestazione (processo, condanna, testamento e giostra equestre) è preceduta da un corteo storico, che rievoca un personaggio molto importante della storia, che ha reso il nome di Tonco conosciuto nel mondo: Gerardo da Tonco, fondatore dell’Ordine di San Giovanni in Gerusalemme, divenuto poi Sovrano Ordine Militare di Malta. Come tradizione il corteo è aperto dalla storica banda tonchese “La Bersagliera”.

Il Pitu imprigionato viene quindi condotto davanti ad un tribunale, allestito in piazza, dove i giudici togati lo processano in un incalzare di schermaglie verbali, in dialetto locale, tra la pubblica accusa ed il Pitu, che cerca inutilmente di difendersi. Al termine del processo iniquo, il Pitu viene condannato a morte e chiede, come ultimo desiderio, di fare pubblicamente testamento: ecco che abbiamo un altro momento di satira e di costume, per rilevare ancora fatti, per colpire ancora ironicamente persone del luogo, per spiattellare in piazza, tra risate, consensi, gesti di disapprovazione, piccoli vizi e difetti della comunità.

Dopo essersi così vendicato, il Pitu lascia ad ogni Rione una parte significativa del proprio corpo, motivandone la scelta con commenti alquanto salaci e pungenti.
Questo momento aveva assunto durante il Medioevo un’importanza fondamentale nella storia delle classi subalterne. Era, infatti, l’unica occasione in cui i contadini potevano vivere l’illusione di una vita diversa, nella quale era possibile dire quello che pensavano. In quel particolare momento il Feudatario concedeva, al popolo la libertà di scaricare sul capro espiatorio (il Pitu), nel quale era (tacitamente) identificato il signore, tutta la rabbia accumulata durante l’anno trascorso.

Dopo corteo storico, sfilata dei carri agresti, processo e condanna al pitu ha luogo la corsa vera e propria. Il Pitu viene appeso al centro della piazza ed inizia una spettacolare giostra equestre fra le urla di incoraggiamento o i motteggi dei borghigiani. I cavalieri, uno per ogni rione, si lanciano al galoppo e cercano di decapitare l’animale. A colui che riesce nell’impresa spetta l’onore ed il suo borgo lo festeggia dando inizio alla caratteristica danza del ‘brando’, accompagnato dalla famosa banda ‘La Bersagliera’. E’ importante ricordare che il Tacchino appeso sulla piazza non è quello portato in corteo che ritornerà a casa vivo e vegeto.

Fino al 2009 è stata utilizzata una ‘controfigura’ acquistata in macelleria, dal 2015 viene invece utilizzato un simulacro (fantoccio realizzato in tessuto) Nella Festa del pitu , il ballo finale del ‘Brando’, costituito essenzialmente da una variante della monferrina, dà inizio ai festeggiamenti al termine della giostra equestre. Durante la manifestazione sarà possibile parcheggiare sullo sferisterio Comunale di Piazza Beretta”.