Pasquetta di ”passione” per gli allevatori piemontesi

Pasquetta in piazza per gli allevatori piemontesi che, colpiti dalla più grave crisi del comparto lattiero-caseario degli ultimi anni che sta mettendo a rischio solo in Piemonte 8000 posti di lavoro, hanno condiviso con i cittadini e le loro famiglie la necessità di dare una chiara informazione in etichetta sulla provenienza del latte e dei suoi derivati, a tutela della salute e a sostegno delle imprese, oltre che del complessivo tessuto economico.

“In questo momento di grave crisi della zootecnia da latte serve chiarezza – ha ribadito Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte – abbiamo chiesto, infatti, all’Assessore Giorgio Ferrero di conoscere in modo dettagliato le importazioni di latte estero per ogni singolo caseificio ed aprire così una stagione di vera trasparenza tra le parti”.

Con il Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 sono stati erogati all’agroindustria lattiero-casearia quasi 30 milioni di euro e con quello 2014-2020 sono previsti oltre 90 milioni di risorse comunitarie per l’intero comparto agroindustriale. “Non è ammissibile –ha continuato Revelli – che queste importanti risorse servano alla trasformazione del latte estero, all’importazione diretta di latti filtrati o concentrati e di cagliate. E’ necessario avere la certezza che questi aiuti comunitari arrivino all’agroindustria virtuosa che sceglie e valorizza il latte Made in Piemonte”.

E’ stato un incontro, nella cornice di piazza Palazzo di Città, tra le famiglie degli allevatori ed i consumatori per rinnovare l’alleanza in difesa della salute, della trasparenza e soprattutto della verità sulle importazioni dall’estero di prodotti agroalimentari.

“Chiediamo che il nostro latte sia remunerato con un prezzo etico e giusto – ha sottolineato la presidente – a questo deve, però, unirsi anche la volontà dell’agroindustria di costituire filiere 100 per cento italiane che diano un concreto sostegno al comparto e a far ripartire l’economia della nostra regione”.

Sono oltre 75 mila le tonnellate di latte in polvere importato in Italia che corrispondono a circa 8 milioni di quintali di latte, ovvero all’intera produzione piemontese. Revelli ha proseguito: “Solo attraverso l’indicazione obbligatoria dell’origine in etichetta anche per il latte Uht, lo yogurt e per le altre produzioni lattiero casearie possiamo tutelare il Made in Italy ed in Piemonte, oltre a garantire la sicurezza alimentare. Hanno raccolto il nostro invito migliaia di cittadini che, durante la mattinata, hanno potuto degustare prodotti lattiero-caseari rigorosamente piemontesi e dimostrare di comprendere perfettamente il messaggio, esprimendo la ferma volontà di essere al nostro fianco nella battaglia che Coldiretti continua a portare avanti”.

La presidente Revelli ha concluso: “L’Italia ha perso il 15 per cento delle campagne per effetto della cementificazione e dell’abbandono provocati da un modello di sviluppo sbagliato che ha causato la scomparsa di 2,6 milioni di ettari di terra coltivata negli ultimi 20 anni, pari ad almeno 400 campi da calcio al giorno. La profonda crisi economica, che ha colpito comparti importanti dell’agricoltura, tra cui proprio il lattiero-caseario, sta provocando il progressivo abbandono delle campagne e la chiusura delle stalle italiane”.

Il lattiero-caseario piemontese ha una produzione lorda vendibile di 390 milioni, conta 2000 aziende produttrici e 51 specialità di formaggi.