Il diritto di viaggiare da sole: lettera-testimonianza di una ragazza astigiana in Sud America

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento della Cgil di Asti su un fatto di cronaca internazionale che ha visto ancora una volta uccise due donne.

Dopo il tragico caso delle due ragazze argentine uccise in Ecuador, si sono sentiti i soliti commenti “se la sono andata a cercare”. 

Ma questa volta le donne non sono state zitte, in tutto il mondo – sui social media e non solo – è partito un coro di proteste.

Quelle due donne argentine sono nostre sorelle come se fossero astigiane, come le Brusaji, e quindi vogliamo diffondere il più possibile le belle e terribili parole di Guadalupe Acosta, che trovate in allegato.
 
Tra l’altro, un’amica astigiana scrive dal Sud America, raccontando della risonanza che lì sta avendo la vicenda, e di quanto si senta toccata, di come tutti stiano mettendo in guardia le donne perché questa è l’ennesima storia di donne uccise o sparite perché viaggiavano sole (cioè senza uomini).
Dice la ragazza “o si resta nel proprio quadrato o appena si mette il naso fuori ce la si va a cercare. Non è accettabile”.

Lettera-testimonianza di una ragazza astigiana in Sud America

Ho un sogno. Poter viaggiare da sola senza sentirmi in pericolo, soprattutto in quanto donna.
Sono partita più di tre mesi fa. Ho lasciato la zona di comfort e sfidato chi mi diceva che alla mia età avrei dovuto mettere la testa a posto anziché uno zaino sulle spalle. Sono mesi di libertà totale e a chi oggi mi dice che sono coraggiosa rispondo con timidezza e un po’ di stizza che non ci va poi tanto a realizzare un sogno. Basta volerlo.

– Ma non hai paura di essere derubata, di essere molestata o, peggio, violentata?
– Francamente? Non più che standomene a casa.

Lo confesso a te, che viaggi e sai come funziona. Certo che ho un po’ – poco – più paura che a casa e quindi prendo qualche precauzione in più…….

Ma se qualcosa alla fine va male, quali sono le reazioni? Che te la sei andata a cercare, perché non sta bene che una ragazza se ne vada in giro da sola lasciando fidanzati o pretendenti tali, un lavoro più o meno stabile (ma frustrante), una casa, gli amici, la routine e le sue abitudini da brava bambina obbediente. Non sta bene uscire dal quadrato che ti hanno disegnato attorno e pretendere pure che non ti capiti un belino. Eh, già. Il tuo essere viaggiatrice solitaria, non accompagnata da un compagno/marito/fidanzato, legittima subito gli altri uomini dal pensare che tu ci stia, sia disponibile e anche vogliosa possibilmente.

Guarda, io non mi ritengo una femminista, davvero. Sono anche abbastanza convinta che più uno è spaventato da ciò che lo circonda più attira cose negative e, nella mia esperienza di inguaribile ingenua, il mondo è ancora un posto meraviglioso, pieno di persone splendide e finora mi sono capitate solo cose belle.

Quando ho letto la prima volta di queste due ragazze e il post che un’altra donna ha pubblicato su FB (l’ormai famoso “Ayer me mataron” “Ieri mi hanno uccisa” di Guadalupe Acosta nda), ho snobbato la notizia, non ho commentato e condiviso nulla perché non amo alimentare l’immagine della donna come vittima dell’uomo. Non mi sento tale.

Poi ho parlato con alcune donne di Buenos Aires, che lavorano in centri d’aiuto per le famiglie di persone assassinate e mi hanno tutte supplicato di fare attenzione, che di tanto in tanto delle ragazze spariscono, vengono uccise e “per carità di dio, non dire mai che viaggi sola”. E se ne parla poco, troppo poco secondo loro.

Ho allora timidamente scritto un post su FB, reazioni freddine rasenti l’indifferenza.

No, non ci sto. Non è giusto per quelle due ragazze che sono morte mentre facevano qualcosa di bello e normale, non è giusto per le loro famiglie sentirsi dire che non le dovevano lasciar partire, non è giusto che certi comportamenti vengano legittimati dall’opinione pubblica e spianino possibilmente la strada a imitazioni. Semplicemente, non è giusto.

Perché ti scrivo? Perché sei un viaggiatore con un blog importante e hai un sacco di persone che ti seguono. Confesso di non leggere tutti i tuoi post, non so se hai parlato dell’accaduto e se così fosse sappi che te ne sono grata.

Ma se così non è, ti prego, parlane. Scrivine. Non lasciare che ne parlino solo le donne, perché quello che è successo coinvolge tutti e su certe questioni è giusto schierarsi con chiarezza.

Fai finta di rispondere a quelli che ti scrivono per dirti che hanno troppa paura, per dirti di mollare tutto e ora, con quello che è successo, ti diranno anche “Ecco, vedi che succede a viaggiar da soli? Meglio restarsene a casa al sicuro”. Magari qualcuno l’ha anche già fatto. Ecco, come gli risponderesti?

Conto su di te.

per COORDINAMENTO DONNE CGIL ASTI
Luisa Rasero