Dati Unioncamere: nel 2015 in calo in Piemonte le imprese artigiane, ad Asti sono quasi invariate

Le imprese artigiane, con una quota del 28% sul totale delle imprese piemontesi, continuano a rappresentare, anche nel 2015, una parte importante del tessuto produttivo regionale.

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Dall’analisi dei dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi emerge come l’anno appena concluso sia stato ancora caratterizzato da forti difficoltà per questa parte del sistema imprenditoriale locale: infatti, se nel 2015 il tessuto produttivo regionale ha registrato complessivamente un tasso di crescita lievemente negativo (-0,11%), il comparto artigiano, in linea con quanto avvenuto a livello nazionale, ha subìto una flessione più consistente (-1,44%) della propria base imprenditoriale.

Le imprese artigiane nate complessivamente sul territorio piemontese nel corso del 2015 sono state 8.708. Al netto delle 10.528 cessazioni (valutate al netto delle cancellazioni d’ufficio), il saldo appare ancora negativo (-1.820 unità), dinamica che porta a 124.040 lo stock di imprese artigiane complessivamente registrate a fine dicembre 2015 presso il registro delle imprese delle Camere di commercio piemontesi.

Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce, come evidenziato sopra, in un tasso di crescita del -1,44 %, analogo rispetto a quello registrato nel 2014 (-1,45%) e sostanzialmente in linea con la media nazionale (-1,37%).

“I dati del Registro imprese relativi al 2015 ci restituiscono la fotografia di un tessuto artigianale che, nella nostra regione come nel resto d’Italia, fatica ad agganciare la ripresa. Le imprese artigiane, di piccole dimensioni e poco strutturate, sono da sempre le più esposte nei momenti di crisi, perché hanno meno strumenti per poter puntare su quelli che sono i principali fattori di competitività, cioè l’innovazione e l’internazionalizzazione. Compito delle Camere di commercio è proprio quello di dotarle di questi strumenti, attraverso servizi di accompagnamento all’imprenditorialità, aiutandole a fare rete per andare sui mercati esteri, sostenendo politiche di accesso al credito semplificato, facendo sistema con le altre istituzioni per attrarre investimenti e promuovere i prodotti di eccellenza del nostro ‘Made in’; tutto questo, naturalmente, potremo continuare a farlo solo se la riforma in atto non svuoterà il Sistema camerale delle sue funzioni e competenze” dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente Unioncamere Piemonte.

Disaggregando il tessuto imprenditoriale artigiano in base alla natura giuridica, emerge come solo le società più strutturate, quelle aventi forma di società di capitale, abbiano mostrato, nel periodo in esame, una tasso di crescita positivo (+2,46%). Le ditte individuali, che rappresentano poco meno dell’80% del tessuto artigiano, hanno evidenziato ancora una flessione (-1,34%).
Hanno registrato una dinamica negativa anche le società di persone (-2,65%) e le altre forme (-7,10%).

A livello settoriale, il primo comparto per numerosità di imprese artigiane risulta quello edile, con il 43% delle realtà imprenditoriali artigiane piemontesi. Questo settore, così rilevante per l’artigianato del Piemonte, nel 2015 registra ancora un dato negativo (-2,80%).

L’industria in senso stretto, con il 22,2% delle imprese artigiane della regione, evidenzia un tasso di variazione trimestrale dello stock pari a -1,59%, seguita dall’agricoltura (-0,90%).
Anche il turismo mostra, nel 2015, una contrazione della propria base imprenditoriale artigiana (-0,51%). In positivo, invece, il commercio (+0,32%) e gli altri servizi (+0,35%), secondo comparto artigiano per numerosità.

A livello provinciale, le criticità maggiori si riscontrano nei territori di Alessandria (-1,90%) e Vercelli (-1,80%). Si registrano flessioni più intense della media regionale anche a Biella e Torino, entrambe con un tasso di crescita del -1,68%, e nel Verbano Cusio Ossola (-1,50%). Novara, con l’8% delle imprese artigiane piemontesi, segna un -1,21%, mentre i dati meno negativi appartengono a due province del Piemonte meridionale, Cuneo (-0,72%) e Asti (-0,06%).

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