Canale, tabui e trifolau chiudono in festa la stagione del Tartufo Bianco d’Alba

Sono circa duecento i tabui che domenica 17 gennaio, a Canale, hanno celebrato l’ultimo atto della stagione del Tartufo Bianco d’Alba durante il tradizionale appuntamento del Raduno regionale dei trifolau e dei cani da tartufo.

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Giunto alla sua sesta edizione, il Raduno chiude simbolicamente la stagione del «Re dei Funghi», il Tuber magnatum Pico, celebrando e ringraziando i veri protagonisti della cerca, i cani da tartufo e i loro padroni: «le “truppe scelte” del territorio di Langhe, Roero e Monferrato, custodi, guide e promotori naturali delle nostre colline».
 

La manifestazione – organizzata dall’Enoteca Regionale del Roero in collaborazione con la città di Canale per le vie di Canale ha portato quasi duecento esemplari di tabui provenienti da Langhe Roero e Monferrato che hanno sfilato verso la piazza antistante l’Enoteca Regionale del Roero. Qui sono stati omaggiati dalla tradizionale panada con tartufo, piatto preparato dal ristorante Tre Galline di Canale d’Alba, simbolicamente servito ai cani dalle autorità politiche in segno di rispetto e riconoscenza.
 
Come ogni anno, il Raduno è stata l’occasione per assegnare premi e riconoscimenti ai tabui che si sono distinti durante la stagione appena conclusa. Il premio al tabui più anziano è andato a Mina, del trifolau Rabino Marco di Canale, con oltre 16 anni di cerca sulle spalle. Un premio anche al più giovane cane cercatore: Luna, esemplare di soli 4 mesi appartenente a Giacomo Carpignano, trifolau di Villafranca d’Asti. Ai trifolau di Montà d’Alba è andato il premio per il gruppo «più caratteristico», mentre a Sergio Cauda, di Cisterna d’Asti, il premio per aver estratto il tartufo più profondo, ad oltre 2 metri di profondità. All’albese Carlo Marenda è andato il premio per aver raccolto l’eredità e gli insegnamenti di Giuseppe Giamesio, storico trifolau di Roddi.

Premio speciale alla carriera di Duilio Abrigo, cavatore di San Rocco Seno d’Elvio: classe 1936, cominciò a cercare i tartufi alla tenera età di 6 anni. Un riconoscimento speciale all’integrazione e all’incontro tra culture diverse è stato assegnato a Massimo Mohit, trifolau di origini marocchine che vive a Cisterna d’Asti e da parecchi anni si dedica a questa passione.
 

«Il Tartufo Bianco d’Alba è, insieme ai vini, l’ambasciatore più importante delle colline di Langhe, Roero e Monferrato», ha detto Luciano Bertello, presidente dell’Enoteca Regionale del Roero. «A questo prezioso fungo ipogeo è dedicata la nostra più importante stagione turistica ed enogastronomica. Il Raduno celebra il Tartufo Bianco d’Alba riconoscendo il giusto tributo ai suoi veri protagonisti: il cane e il trifolau, ambasciatori delle nostre terre nel mondo».

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