Progetto Agrivillage, preoccupazione del Movimento 5 Stelle

Riceviamo e pubblichiamo le considerazioni del Movimento 5 Stelle di Asti sulla risposta del Comune riguardo l'interrogazione, proposta dallo stesso Movimento 5 Stelle, sul progetto Agrivillage.

Più informazioni su

Le dichiarazioni del Sindaco e la risposta dell’Assessore al Commercio Marta Parodi all’interrogazione del Movimento 5 Stelle su Agrivillage confermano le preoccupazioni che
i consiglieri comunali Davide Giargia e Marcella Serpa nutrono sul progetto. Anzi, le accrescono. “Ci sconcerta constatare ancora una volta come sul futuro della città questa
amministrazione navighi a vista e non abbia affatto chiaro cosa serva per esaltarne la vocazione e le eccellenze, che con il progetto Agrivillage verrebbero ridotte a folklore da
vendere in un finto e gigantesco villaggio contadino, magari all’ombra di qualche pupazzone. Vogliono davvero puntare su questo? Ci auguriamo di no, visto che lo stesso Sindaco ha ammesso di avere le idee confuse sul progetto (“Nessuno ha ancora capito bene cosa sia questo Agrivillage”, la sua dichiarazione) e la risposta dell’Assessore alla nostra interrogazione, in certe parti è declinata al condizionale e in altre prevede che i presupposti si realizzino per forza”.

Insomma, secondo i consiglieri pentastellati, Sindaco e Giunta hanno ormai perso irrimediabilmente la bussola del programma elettorale, che li vedeva schierati contro la grande distribuzione e la desertificazione del centro storico, il mancato recupero di edifici dismessi e il consumo di suolo. “Con questi obiettivi in mente, che tra l’altro il Movimento 5 Stelle avrebbe sostenuto, la scelta politica di dare il via all’iter di valutazione del progetto Agrivillage è davvero incomprensibile” commentano. Rispetto ai condizionali dell’assessore Parodi, Giargia e Serpa non si dicono rassicurati dal fatto che, a proposito dell’accorpamento delle unità commerciali contemplato in delibera, lei scriva che il parametro per il respingimento di proposte che di fatto si configurino come GDO “potrebbe essere” l’imposizione della dimensione massima prevista per gli esercizi di vicinato (250 mq) e che, per la conformazione dei fabbricati in progetto, “parrebbe quasi sussistere” un impedimento concreto ad accorpamenti, se non di modeste entità.

E rispetto alla capacità della responsabile del Commercio di prevedere che certi presupposti si realizzeranno obbligatoriamente, i consiglieri si dicono perplessi quando, in merito al tavolo di lavoro a sostegno del progetto, lei scrive che “Detto tavolo, al quale parteciperanno anche le associazioni di categoria, dovrà per forza essere sopra le parti”. “Ma se il tavolo nascerà solo in caso di presenze favorevoli, come potrà essere super partes?” si domandano Giargia e Serpa “Ah, già. Per forza!” Su altre questioni, i consiglieri giudicano la risposta all’interrogazione lacunosa. L’Assessore precisa che per realizzare Agrivillage sarà necessaria una variante urbanistica, ma non spiega perché è stato chiesto ai proponenti il sostegno tecnico per la contestuale Valutazione Ambientale Strategica.

Saranno sopra le parti? Per forza? E quando illustra che bisognerà ricorrere alla variante anche in caso di riconversione delle opere realizzate a una destinazione sociale, qualora l’intervento si riveli insostenibile dal punto di vista gestionale, non dice perché intenda fornire a questi imprenditori un paracadute in caso di insuccesso e dimentica l’esistenza di un censimento che denuncia la presenza in città di circa duemila immobili vuoti e inutilizzati. Anche su quanti e quali siano i progetti Agrivillage in Italia, l’amministrazione non si pronuncia e attende che siano i proponenti a fornire riscontro della positiva implementazione del format. “Aspetta e spera!” esclamano dal Movimento 5 Stelle astigiano “E’ sufficiente una veloce ricerca su internet per apprendere che adesso i progetti sono scesi a quattro: Asti e Musile di Piave (VE) in fase autorizzativa, centro e sud in fase di sviluppo. E che, a metà ottobre, il gruppo PD in Regione Veneto denunciava il tentativo maldestro del Vicepresidente, il leghista Forcolin, già Sindaco di Musile, di modificare la legge sul commercio per consentire l’immediata realizzazione di Agrivillage nel suo comune.

Ora il Governatore Zaia ha congelato il provvedimento e ciò rischia di avere come effetto il de profundis del progetto. Ma invece di documentarsi ex ante sui tanti sogni infranti dei parchi a tema, per esempio rispetto a turismo e occupazione, e a tenersi informato sui malumori che serpeggiano intorno ad Agrivillage in altre parti d’Italia, il Sindaco si compiace di aver dato il via alla valutazione del progetto perché “i cittadini e le imprese meritano un sì o un no in tempi E mentre, dopo sette anni di attesa (il progetto è approdato in Comune nel 2008), la risposta è ancora di là da venire, con Disposizione n. 33 del 20 ottobre scorso, Fabrizio Brignolo ha nominato uno dei proponenti e progettisti di Agrivillage, l’Architetto Ivan Schiavetto, tra i componenti della Commissione Locale per il Paesaggio. “Pettegolezzi cui non vogliamo dare credito insinuano si tratti di un contentino (per il ritardo nella risposta o perché si teme che il progetto verrà abbandonato?).

Non mettiamo certamente in dubbio le conoscenze, competenze e capacità di questa persona ma, considerata la delicatezza del ruolo e la responsabilità che da esso discende di custodire uno dei paesaggi più apprezzati a livello nazionale e internazionale e prossimo a quelli tutelati dall’Unesco, abbiamo presentato un’interrogazione al Sindaco per sapere quali criteri, oltre al possesso dei requisiti minimi richiesti dalla legge, abbia adottato per arrivare alle nomine, comparando i 32 curricula pervenuti in risposta al bando di ricerca e ritenuti ammissibili. E questo perché non abbiamo trovato traccia di un verbale di comparazione dei requisiti, delle competenze e delle esperienze dei candidati”.

Più informazioni su