Asti, ambulanza in ritardo? Per il 118 non c’era pericolo di vita

Un giallo quello accaduto pochi giorni fa ad Asti, e segnalato tramite una lettera ai giornali da un medico che ha denunciato come l'autoambulanza giunta per soccorrere una persona affetta da una patologia cardiaca sia arrivata con un ritardo inaccettabile.

“La richiesta di intervento urgente per una patologia cardiologica gravissima, a rischio di morte immediata, diagnosticata e inoltrata da persone più che qualificate – afferma nella sua lettera il dottor Mrio Alfani – ha trovato risposta da parte del 118 soltanto dopo un’ora: la persona coinvolta ha potuto essere messa in sicurezza presso la Terapia Intensiva solo dopo questo tempo lunghissimo, inaccettabilmente lungo. Proprio perché la gestione delle emergenze nella nostra provincia gode, secondo me meritatamente, di una buona considerazione, questo fatto mi stupisce e mi preoccupa.”

A rispondere alla accuse gli stessi soccoritori attraverso Giovanni Lombardi, direttore della Centrale operativa del 118 di Alessandria che ha ricostruito i tempi dell’intervento effettuato lo scorso 14 ottobre. “In base alle registrazioni telefoniche e le schede in possesso sia della centrale operativa di Alessandria sia dell’ambulanza, si ritiene che stante l’impegno dei mezzi di soccorso su altri casi urgenti nel territorio e data la presenza di diversi sanitari presso il centro diagnostico Cdc di Asti, la paziente fosse in situazione protetta. Al medico del centro in questione, inoltre, era stato proposto qualora si fossero voluti abbreviare i tempi di trasporto presso il Dea che si sarebbe potuto optare per l’utilizzo di un mezzo di soccorso di base con accompagnamento da parte del personale sanitario della struttura stessa”.

La proposta, però, veniva rifiutata dal medico del Centro, che asseriva che un professionista della struttura non poteva interrompere l’attività per accompagnare la paziente e non si fidava a mandare la paziente stessa con il mezzo di base e preferiva attendere che si liberasse il mezzo di soccorso avanzato poiché la struttura era dotata di defibrillatore.

Si è quindi atteso che la medicalizzata terminasse il proprio servizio ad Antignano e quello che si era aggiunto nel frattempo per una perdita di coscienza ad Asti città – continua Lombardi -. Entrambi i servizi hanno richiesto diversi minuti. Dai tempi registrati, effettivamente, l’attesa è stata di circa un’ora dall’allarme all’arrivo del mezzo di soccorso avanzato ma, dalle valutazioni sia di chi era sul posto, sia dalla centrale operativa si riteneva che le donna fosse, comunque, sotto controllo e in una situazione come detto “protetta”. Infatti, alla presa in carico da parte del medico del 118, la paziente veniva monitorata e trasportata al Dea di Asti senza che si verificassero altri episodi di tachicardia ventricolare. Tant’è che non è risultata necessaria l’attuazione di alcuna terapia farmacologica, nè nel tempo trascorso nella struttura né durante il trasporto”.

Alessandro Franco