Ancora un successo della Giornata della Piemontese all’Isola della Carne con il bollito protagonista

Pieno successo di pubblico ieri, domenica 18 ottobre, a Repergo di Isola d’Asti per la settima edizione di “Piemontese? Sì, grazie!”, la giornata di conoscenza della celebre razza bovina della nostra regione, organizzata dalla famiglia Capra, titolare dell’azienda Isola della Carne, con il sostegno del Cipa-At Piemonte e della Cia di Asti ed il patrocinio dell’Associazione Provinciale Allevatori.

Il tema dell’anno era il Bollito del Piemonte che non solo è stato servito nel gran Pranzo in cascina a cui hanno partecipato oltre seicento persone, ma è stato anche argomento di discussione e informazione del breve incontro con i consumatori che ogni anno si svolge durante la manifestazione. Presenti il presidente nazionale della Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino, il vice presidente regionale, Gabriele Carenini ed il presidente dell’Apa, Franco Serra, l’incontro è vissuto sulle interessanti comunicazioni degli esperti prof. Franco Valfrè e dr. Giancarlo Sattanino (nella foto con Alessandro Durando e Paolo Monticone) che hanno trattato l’argomento dei valori della carne bovina piemontese ed in particolare del consumo di “bollito” e dei suoi aspetti nutrizionali e salutistici.

Preceduto da un appassionato intervento del presidente provinciale Cia, Alessandro Durando, che ha ancora una volta ricordato come siano le aziende che puntano alla qualità – come l’Isola della Carne – a garantire un futuro ai giovani che decidono di dedicare la propria vita all’agricoltura, il prof. Valfrè ha sottolineato, dati alla mano, come l’aumentato consumo di carne bovina, dal dopoguerra ad oggi, sia stato uno dei principali fattori di sviluppo fisico degli italiani e della loro aumentata prospettiva di vita. “Senza voler criminalizzare altri alimenti che oggi vanno molto di moda – ha affermato Valfrè, già docente di Alimentazione animale all’Università di Perugia e di Prodotti di qualità a quella di Milano – è necessario, a nostra volta, non criminalizzare il consumo di carne senza i cui apporti energetici e vitaminici è ben difficile alimentarsi correttamente”.

Venendo, nello specifico, al consumo del bollito, il dr. Sattanino, noto gastronomo ed esperto di enologia, ha ricordato il mito dello storico “misto piemontese” (secondo le regole canoniche, sette tagli di vitello, sette ornamenti o ammennicoli e tre bagnetti) riservato ai grandi giorni di festa consigliando però la confezione di bolliti più ridotti che presentino però le caratteristiche fondamentali (grasso, polpa, cartilagine) di questo piatto. Spezzando infine una lancia a favore del consumo di carne bovina, oggi sovente messa sotto accusa dalla moderna scienza della nutrizione, ha richiamato alcuni contraddittori esempi di una fascia considerevole di consumatori che hanno ridotto al minimo il consumo di carne, per poi affidare il completamento della propria dieta agli integratori.

Tornando alle qualità della carne bovina piemontese, il prof. Valfrè ha concluso affermando, dall’alto di una lunga e prestigiosa esperienza scientifica, la sua pressochè totale estraneità nell’insorgenza di problemi cardiovascolari e nei contenuti di colesterolo. Concetti ribaditi anche dai brevi interventi di Franco Serra e Gabriele Carenini, prima di quello conclusivo di Dino Scanavino che, soffermandosi sulle non poche criticità del comparto agricolo ai tempi della crisi che pure è stata affrontata decisamente meglio che in altri settori economici, ha ricordato come l’impegno della Cia sarà nei prossimi anni quello di mantenere l’agricoltura al centro dello sviluppo economico del paese valorizzando in particolare la figura dell’agricoltore che da qualche analista mondiale si considera figura di cui fare a meno in un futuro non troppo lontano. “No ad una agricoltura senza agricoltura – ha affermato Scanavino – perchè questa potrebbe davvero essere una strada dannosissima e senza ritorno”.