Lotta al “lavoro nero”, contravvenzioni per 110 mila euro e numerose denunce

I Carabinieri del Comando Provinciale di Asti e quelli del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Asti e Milano hanno lavorato in sinergia nella lotta al “caporalato” e allo sfruttamento del “lavoro nero” ed irregolare nel settore vitivinicolo.

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Nelle tre settimane della vendemmia (21 agosto/11 settembre 2015) questa “Task Force”, nell’area di Canelli e nei luoghi di maggiore aggregazione dei lavoratori stagionali, ha identificato circa 130 persone, in prevalenza di provenienza bulgara, macedone e rumena, che al momento del “fermo di identificazione” sono risultate in regola.
 
Parallelamente, una “Task Force speciale” ha operato nei luoghi di lavoro con ben 13 specifiche verifiche, una media di un accertamento e mezzo ogni due giorni, ispezionando 33 aziende agricole e controllando circa 175 lavoratori. In questi casi sono state rilevate 15 situazioni di irregolarità, di cui:

un episodio di occupazione di un minore privo della sorveglianza sanitaria preventiva (art. 18 d. lgs. 81/2008), con la conseguente denuncia di una persona, a piede libero, all’Autorità Giudiziaria;

sette casi di occupazione di lavoratori “in nero”, con l’adozione di due provvedimenti di sospensione dell’attività, adottati nei confronti di due aziende agricole;

sette casi di tardiva comunicazione circa l’occupazione dei lavoratori.

A questo proposito sono state comminate, a vario titolo, sanzioni per un totale pari a circa €. 110mila.

Il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Asti, Ten. Col. Fabio Federici, si è complimentato con i militari che hanno lavorato con molta professionalità, evidenziando nella circostanza “quanto sia stato importante il lavoro in sinergia tra i reparti dell’Arma, che ha portato positivi risultati operativi in un settore delicato quale quello dello sfruttamento dei lavoratori  in nero” .

Espressioni di apprezzamento sono anche pervenute sia Vice Prefetto Reggente di Asti, Dott. Paolo Ponta, che dal Sindaco di Canelli,  Dott. Marco Gabusi, nei confronti dell’Arma e di chi ha operato nelle giornate dei controlli allo scopo di contrastare il fenomeno del “caporalato”.

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