Analisi dell’industria dei giochi in Piemonte e in Italia

Mentre la crisi economica continua a serpeggiare nel nostro paese, il gioco d’azzardo non perde colpi e mantiene su un solido livello di stabilità il suo giro d’affari.

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Il primo semestre del 2015 sta confermando a pieno i risultati raggiunti nella passata stagione, quando la raccolta complessiva proveniente dal settore dei giochi ha varcato la soglia degli 80 miliardi di euro, corrispondenti ad entrare superiori ai 10 miliardi di euro per le casse dell’Erario. Nonostante le restrizioni a livello regionale, l’assenza di una legge unitaria e l’inasprimento delle imposte previsto dalla nuova delega fiscale, gli analisti del settore prevedono un ulteriore salto in avanti nel ultimo semestre 2015, che a livello di bilancio si tramuterebbe in una crescita complessiva della spesa netta.

Un ruolo chiave nella propagazione di questo fenomeno è rivestito da Internet. Da quando il gioco d’azzardo si è diffuso sulla Rete, con siti ad esso dedicati, il pubblico è diventato sempre più ampio e non solo. La possibilità di giocare sempre e ovunque attraverso i dispositivi portatili come smartphone e tablet ha moltiplicato il numero dei giocatori, determinando un  incremento esponenziale delle somme giocate. L’offerta sul web è sempre più ampia, arricchita inoltre dalla nascita di numerosi portali di gioco online, tra cui spiccano quelli dedicati ai casinò, a quali si aggiunge la spinta dal punto di vista marketing esercitata dalle piattaforme operanti in Italia. Per gli appassionati, non doversi fisicamente spostare per raggiungere la loro sala da gioco preferita, è un grande vantaggio di natura psicologica che si traduce nella possibilità di godersi il proprio momento di divertimento comodamente da casa o in qualsiasi momento lo si desideri.

La situazione in Piemonte

Anche il Piemonte apporta annualmente un notevole contributo all’economia del gioco. Secondo i dati riportati recentemente dall’AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di stato), sono 4 miliardi e 935 milioni i soldi che i piemontesi hanno speso nel settore dei giochi lo scorso anno.

Per sfidare la dea bendata, hanno speso in media a testa 1122 euro, piazzandosi nella top ten della classifica per regioni. Tra le preferenze dei giocatori locali spiccano i giochi di slot machine per una cifra complessiva di 3,6 miliardi di euro, dato perfettamente in linea con la tendenza generale. Non solo slot in Piemente. Il Lotto sta tornando molto in voga tra i cittadini piemontesi, registrando un +1,13 per cento rispetto all’anno passato, mentre  Lotterie Nazionali hanno superato il muro dei 524 milioni di euro. In discesa il Bingo, che ha subito un calo da 124 a 92 milioni di euro, e delle scommesse ippiche, da 43 a 34 milioni. Ovviamente non possiamo non menzionare il settore delle scommesse, spinto dalla presenza di squadre simbolo del calcio italiano come Juventus e Torino, che supera ampiamente in termini di raccolta la soglia dei 500 milioni di euro.

Nella provincia di Asti, la spesa procapite media in gioco d’azzardo è di circa 900 euro, superiore di oltre 100 euro rispetto a quanto spendono mediamente i giocatori a Torino e provincia. Parallelamente alla crescita del gambling nel territorio piemontese si sta materializzando anche una crescita dei casi ludopatici, fenomeno di natura psicologica che si materializza con l’ossessione nei confronti del gioco. In Piemonte i giocatori d’azzardo “patologici” presi in carico dai Servizi Asl che si occupano di dipendenze sono stati lo scorso anno 1256, in prevalenza uomini, età media 48 anni, una quantità molto bassa se rapporta al numero dei giocatori nel territorio piemontese. Ma il dato allarmante, secondo quanto riportano i dati ufficiali forniti dalle Asl regionali, riguarda la fascia giovanile tra i 14 e i 19 anni, il cui 40% ha dichiarato di aver provato a giocare almeno una volta.

Con tali numeri il Piemonte si attesta in cima alla classifica dei giovani dipendenti dal gioco d’azzardo. Ragion per cui la giunta Chiamparino, nel mese di aprile, ha promosso il disegno di legge che che vieta l’installazione di slot machine a una distanza inferiore ai 500 metri da scuole, chiese e oratori, impianti sportivi, ospedali e strutture sanitarie, centri di aggregazione giovanile, istituti di credito e sportelli bancomat e negozi compro oro. Si spera che l’intervento regionale e le iniziative comunali possano portare a limitare il fenomeno della ludopatia in una regione in cui, la maggior parte delle vittime è rappresentata dai giovani. Diverse città si stanno muovendo attraverso iniziative di sensibilizzazione volte alla presa di coscienza sui pericoli del gioco e basate sullo studio di azioni che possano infondere nella popolazione la cultura del Gioco Responsabile. Diversi studi compiuti da team universitari specializzati in gioco patologico, hanno evidenziato come la ludopatia sia legata a fattori esterni al gioco in senso stretto. Problemi economici, difficoltà coniugali, isolamento sociale e insoddisfazioni a livello personale sono molte delle motivazioni che spingono le cosiddette fasce deboli al gioco compulsivo. Da qualche anno sono attivi strutture che stanno applicando delle terapie cognitivo-comportamentali per cambiare lo stile di vita dei giocatori patologici e consentirgli di effettuare una vita più sana. Anche le piattaforme di gioco online e terrestre si stanno adoperando divulgando notizie e guide specifiche a supporto degli utenti, con l’obiettivo di diffondere la cultura del gioco responsabile.

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