Bilancio 2014 Confartigianato Asti: ”Un anno importante nonostante la crisi”

Ieri sera in una sala Nebiolo affollata nonostante il periodo feriale, si è tenuto il Consiglio Generale della Confartigianato Asti, per la delibera del Bilancio Consuntivo 2014 e per analizzare le attività ed i risultati raggiunti dalla nostra Associazione.

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La Presidenza ha illustrato per primi i dati sia economici sia sindacali dell’Associazione, che nonostante il perdurare della crisi e delle difficoltà che affrontano le imprese, pone ancora l’associazione al vertice del sistema delle piccole e medie imprese in provincia di Asti.

Infatti analizzando le quote di rappresentanza sindacale della Provincia di Asti del comparto Artigianato e Commercio all’interno del raggruppamento “RETE IMPRESE ITALIA”, Confartigianato Asti mantiene la leadership rappresentando secondo i dati ufficiali degli abbinamenti ben il 45,41% delle imprese associate al sistema delle Organizzazioni Sindacali.

Anche i numeri ed i risultati raggiunti delle attività svolte, evidenziano per l’anno 2014 dati da record per la Confartigianato Asti, – afferma il Presidente Biagio Riccio nel suo intervento, – dove sia nei servizi sindacali sia amministrativi il segno più la fa da padrone, con grande soddisfazione per tutti dai dirigenti ai preziosi e competenti collaboratori.

Se i risultati sono stati molto positivi, – continua il Presidente Riccio, – non dobbiamo dormire però sugli allori, i dati di inversione di tendenza rispetto alla crisi non si colgono ancora, cosi come i riflessi occupazionali, le imprese si aspettano da parte nostra un grande aiuto e noi tutti abbiamo il dovere di presidiare tutti i tavoli e se il caso con forza e fermezza portare avanti i nostri valori e le nostre idee.

Dall’esperienza recente di collaborazione con altre Associazioni di Categoria della nostra Provincia, avvenuta per il rinnovo della Presidenza della CCIAA, – conclude Riccio – ci aspettiamo infine un nuovo e concreto spirito di condivisione e di idee per ridare nuovi slanci e risposte all’economia del territorio, come attori e mai da subalterni.”