Alla mostra della Coldiretti inaugurata all’Expo anche i prodotti made in Piemonte sfregiati all’estero

Ad essere protagonisti del padiglione di Coldiretti “No farmers no party”, all’inizio del cardo sud ad Expo, sono stati i piatti ed i prodotti più ridicolizzati e sfregiati del patrimonio alimentare italiano.

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Presenti all’inaugurazione della mostra il Presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo ed il presidente del Comitato scientifico dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare Giancarlo Caselli. 

Dalla rivisitazione di antiche ricette ai nomi storpiati, come la “Zottarella” che si vende in Germania, dalla banalizzazione delle denominazioni fino ai piatti spacciati per italiani: un oltraggio che si compie in molti Paesi stranieri a danno dell’identità e della reputazione nazionale. A farne le spese anche il Barbera piemontese che in Romania si trova come “Barbera bianco”. 

“Queste contraffazioni ed usurpazioni, unitamente ai tentativi di inganno come l’utilizzo della polvere di latte per la produzione dei nostri formaggi, mettono seriamente a rischio il settore agricolo che fa registrare un incremento record del 6,2 per cento di occupati, risultato dieci volte superiore al valore medio totale dell’intera economia nel primo trimestre dell’anno”, ha sostenuto Delia Revelli presidente di Coldiretti Piemonte presente con Antonio De Concilio direttore della Coldiretti regionale all’Assemblea nazionale dell’Organizzazione che si è svolta ad Expo presso l’Auditorium di Palazzo Italia. 

E’ stata l’occasione per tracciare il primo bilancio dell’Expo, giunto già a metà percorso, e per porre l’attenzione sugli effetti economici ed occupazionali che si stanno avendo nel settore agroalimentare. 

“I dati presentati oggi parlano chiaro: nelle campagne l’occupazione è in aumento ed è cresciuto anche il numero di giovani under 35 occupati in agricoltura: 12 per cento  in più nel 2015 – ha spiegato la Revelli – Coldiretti, inoltre, porta avanti la battaglia contro il lavoro in nero, soprattutto degli extra comunitari, poiché senza il quotidiano lavoro di 322 mila migranti nelle campagne italiane il nostro Paese non potrebbe vantarsi di tutte le eccellenze per cui ha ottenuto primati nel mondo”. 

L’inizio dell’Esposizione Universale di Milano ha fatto registrare anche un aumento della domanda di prodotti agroalimentari Made in Italy all’estero, soprattutto in Cina la richiesta è cresciuta fino al 57 per cento.  

Ad essere il più ricercato all’estero è il vino come ha evidenziato anche il direttore di Coldiretti Piemonte Antonio De Concilio: “Tra i vari prodotti che la nostra regione esporta, soprattutto negli USA, emerge il vino: ha raggiunto, infatti, nel 2014 i 200 milioni di Euro ed il mercato statunitense assorbe oltre il 30% dell’export di vino piemontese”

Il Piemonte contribuisce, quindi, con l’esportazione delle sue eccellenze agroalimentari, quali il vino, i formaggi DOP, la frutta e le nocciole IGP, ad accrescere il fatturato realizzato dal Made in Italy all’estero. 

“L’imitazione dei prodotti italiani è l’unico vero nemico nei Paesi stranieri, come dimostra l’italian sounding che vale 60 miliardi – ha concluso De Concilio – La tutela del nostro patrimonio agroalimentare deve essere una area prioritaria di intervento per le Istituzioni a tutela dell’identità nazionale. Bene quindi l’annuncio del ministro Martina che a breve saranno presentate le prime conclusioni dell’organismo sui reati agroalimentari voluto dal Governo e presieduto da Giancarlo Caselli, uno straordinario esempio di Made in Piemonte”

 

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