La Cia Asti dice no all’allargamento della zona del Moscato

No unanime all’allargamento della zona di produzione del Moscato e, in ogni caso, rispetto delle norme che riguardano le modifiche dei Disciplinari delle Dop con particolare riferimento a quelle sulla delimitazione delle zone stesse. 

Questo, in sintesi, l’esito di un’affollata riunione di produttori associati alla Cia, organizzata la scorsa settimana a Canelli dalla Confederazione italiana agricoltori di Asti.

Una riunione, ha precisato in apertura il presidente provinciale Cia, Alessandro Durando, convocata a seguito del ripetersi, nei giorni scorsi, di notizie di stampa che riferivano di rinnovate richieste di allargamento della zona di produzione del Moscato, con particolare riferimento all’inserimento del Comune di Asti.

“Da sempre – ha affermato Durando, affiancato per l’occasione dalla vicepresidente provinciale Barbara Pastorino e dal responsabile di zona, Salvatore Seminara – la posizione della Cia astigiana è chiara: non contro la richiesta di allargamento che, in regime di democrazia è perfettamente legittima, ma contro veri o presunti tentativi di prendere scorciatoie per ottenerlo. Il territorio ha bisogno di una significativa svolta di sviluppo e imprenditorialità e non di farsi imporre le regole dall’alto”. “Le leggi ci sono – ha ribadito Durando – e noi vogliamo che si rispettino”.

Le leggi a cui ha fatto riferimento il giovane presidente della Cia astigiana si sintetizzano nel Decreto del 7 novembre 2012 del Ministero per le Politiche Agricole in cui, al quarto comma dell’articolo 10, si stabilisce che la domanda per modificare la delimitazione delle zone di produzione delle uve atte a produrre un vino a Dop “devono essere avallate da almeno il cinquantun per cento dei viticoltori, che rappresentino almeno il sessantasei per cento della superficie totale dichiarata allo schedario viticolo”.

Sulla base di questa premessa, i produttori associati alla Cia hanno avviato una vivace discussione che ha toccato molti degli attuali problemi della pur “pregiata” viticoltura specializzata in Moscato, esprimendosi unanimemente e per alzata di mano, a chiusura dell’incontro, contro l’allargamento della zona di produzione chiedendo che gli eventuali interessati a richiederlo, lo facciano seguendo l’iter burocratico previsto dalla legge.