Le tragedie del medio oriente irrompono nelle antiche tradizioni astigiane

Le tradizioni non sono mai fini a sé stesse, ma seguono l'andamento del tempo.

Così, ad Asti, in occasione dei festeggiamenti patronali, un rito antico, come la messa del “Burdèl”, ovvero la solenne messa che si tiene nella Collegiata di San Secondo il primo martedì di Maggio in cui vengono offerti al capitolo della Collegiata che porta il nome del Santo Patrono della Città di Asti, il Palio, il cero votivo e l’olio che illuminerà la lampada del Santo.

Quest’anno, sarà infatti la comunità copta di Asti ad offrire l’olio per la lampada del Santo Patrono, che arde in perpetuo nella cripta della Chiesa.

Un segno, quindi, di quell’ “ecumenismo del sangue” che tanto tiene spazio sui giornali di tutto il mondo. La scelta della Diocesi, quindi si innesta sulle note dolorose delle tragedie che funestano il medio oriente, come il barbaro massacro di numerosi copti in Egitto da parte degli Jihadisti dello Stato Islamico. Lo stesso Papa Francesco, recentemente, aveva parlato dei 21 fratelli copti, “sgozzati per il solo motivo di essere cristiani”.

I copti ortodossi discendono dall’antico monachesimo paleocristiano diffuso in Egitto: ad Asti sono presente diverse famiglie seguita anche da un pastore e dal 2007 nella nostra città si celebra la Divina Liturgia. I rapporti con la Chiesa Cattolica sono ottimi, come dimostrato in occasione della festa Patronale.

L’offerta del Palio, invece,  fu istituita verso il 1369 da Giovanni II Paleologo allora signore di Asti, a scopo devozionale, con l’impegno di renderla perpetua e vincolante per tutti i suoi successori; tale rito doveva svolgersi nel giorno di San Secondo, ed il suo costo era totalmente a carico della Signoria così come tutte le altre spese sostenute per la Festa titolare e per la Corsa. Il palio per l’Offerta veniva dato al Comune, che si occupava poi di consegnarlo materialmente e solennemente alla chiesa del Santo.

 

 

 

Alessandro Franco