Tagli degli uffici postali, si muove la Regione Piemonte

E’ stato approvato ieri in Consiglio regionale l’Ordine del giorno n. 210 inerente “Piano di razionalizzazione degli uffici e sportelli postali”, con il quale si impegna la Giunta piemontese “a sollecitare il Ministero del Tesoro, in quanto azionista di riferimento di Poste Italiane Spa, affinché il piano di razionalizzazione degli uffici e sportelli postali sia riesaminato.

Ad avviare, inoltre, un confronto con la direzione regionale di Poste Italiane e con tutte leamministrazioni locali coinvolte sugli effetti di una razionalizzazione del servizio postale, in modo tale che il piano sia il più aderente possibile alle reali esigenze del territorio”. Questo impegno è stato chiesto anche per la provincia di Asti, per cui i tagli degli uffici postali porterebbero alla chiusura degli sportelli di Montemarzo e Castagnole Lanze e alla riduzione dell’orario settimanale in altri 29 comuni.

“Una misura – ha commentato il Consigliere Angela Motta – che avrebbe ricadute pesanti e fortemente penalizzanti per gli abitanti, in particolare anziani, di molti dei piccoli Comuni della nostra provincia, che cadrebbero vittime di una ulteriore marginalizzazione. Non è pensabile privare comunità, seppur piccole, di importanti servizi come quelli erogati dagli uffici postali, la cui presenza capillare nei piccoli centri del nostro territorio, è fondamentale per la popolazione, in particolar modo per gli anziani e le persone con mobilità ridotta, nonché incentivo a non lasciare il piccolo centroabitato, evitando così lo spopolamento di ampie porzioni di territorio.

Tutti i Sindaci dei Comuni interessati dalla manovra (Azzano, Berzano San Pietro, Bruno, Casorzo, Castagnole delle Lanze, Castelletto Molina, Castel Rocchero, Castelnuovo Calcea, Cerreto, Cinaglio, Cisterna, Corsione, Cortanze, Cunico, Fontanile, Grazzano Badoglio, Maranzana, Moasca, Mombaldone, frazione Montemarzo, Penango, Pino d’Asti, Quaranti, Robella, Rocca d’Arazzo, Roccaverano, Rocchetta Palafea, San Marzano Oliveto, Settime, Viale, Villa San Secondo) hanno già manifestato la propria contrarietà”.