Convivenza tra astigiani e rom: sul ”caso Asti” interviene la Regione

Si è tenuta nei giorni scorsi in Municipio la riunione con l'Assessore Regionale Monica Cerutti per affrontare il problema della convivenza con la comunità rom nella nostra Città.

L’incontro, cui hanno partecipato oltre al sindaco Brignolo e all’assessore Vercelli, anche il Prefetto reggente Dr. Ponta, il dirigente e i funzionari dei servizi sociali, il comandante della polizia municipale, i funzionari dei lavori pubblici e una rappresentanza degli imprenditori di via Guerra, i più esposti nelle difficoltà di convivenza con gli zingari del campo.

L’obiettivo è quello di predisporre un progetto per lo spostamento e superamento del campo, attingendo ai fondi europei che sono stanziati per l’integrazione delle comunità “rom, sinti e caminanti”.

“La Regione ha compreso l’urgenza di intervenire sulla realtà di Asti, che, dopo Torino, è una di quelle che in Piemonte conta la comunità rom più numerosa e confidiamo quindi quanto serve ad Asti per realizzare, sulla falsa riga di quanto si sta già sperimentando a Torino, il superamento del campo di via Guerra, mediante approcci diversi” spiega il sindaco Fabrizio Brignolo.

A Torino parte delle famiglie verranno inserite in strutture di social housing, altre hanno preferito farsi pagare il rimpatrio, essendo ormai superati i problemi della guerra in Jugoslavia che alla fine degli anni 80 aveva segnato l’arrivo dei rom in Italia; ad altre famiglie, che non accettano di vivere diversamente, è stato dato l’aiuto necessario a costruirsi una nuova casetta con propri servizi igienici in un campo più moderno e in cui sono garantite politiche di assistenza scolastica e integrazione.

L’assessore Cerutti ha riconosciuto che ci sono i presupposti per partire subito con la progettazione, in quanto esiste già una adeguata rete di operatori che conosce il problema.

“Nel frattempo -spiega Brignolo- occorre gestire la fase di transizione e il presente”. A proposito ha dato conto all’assessore delle attività svolte negli ultimi due anni. “Chi va oggi in via Guerra trova ancora una situazione difficile -ha detto il sindaco- ma rispetto a due anni fa trova un parcheggio e delle strade asfaltate al posto delle distese di fango, a servizio dei dipendenti delle aziende; non trova più colline di rifiuti, perché vengono effettuati passaggi bisettimanali di raccolta e settimanali di spazzamento della strada; la realizzazione della fognatura fa si che non vi siano più i bambini che giocano nell’acqua putrida e che il comune non debba più spendere decine di migliaia di euro per spurgare fosse biologiche che non funzionavano; la polizia municipale settimanalmente censisce i presenti e una o due volte al giorno pattuglia la via”.

Da un paio d’anni, infine, sotto il coordinamento della prefettura le forze dell’ordine organizzano sistematici controlli bimestrali nei campi che hanno consentito di sventare numerose attività criminose.

“Sono convinto che l’aumentata attenzione delle istituzioni sul campo sia gradita anche a buona parte della comunità rom, che ambisce a emancipare la propria condizione di vita: probabilmente invece è mal tollerata da quella parte di ‘ospiti’ che preferisce agire indisturbata in attività poco commendevoli: forse questo spiega alcuni atti di vandalismo e danneggiamento anche ai danni degli operatori vicini e tra famiglie del campo, che si sono verificati negli ultimi tempi”.

Per aumentare la presenza delle istituzioni nel campo a breve sarà attuato il progetto, finanziato dalla Compagnia di San Paolo, realizzato da Prefettura e Comune, denominato Apriscatole: verrà installato un container attrezzato ad aula didattica in cui i volontari faranno doposcuola ed educazione sanitaria ai bambini e saranno un occhio in più, presente per alcune ore del giorno, sulle attività delle famiglie del campo.