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Asti BenEssere: La Riflessologia del piede – Approfondimento n° 1

Secondo appuntamento del 2019 con la rubrica quindicinale dedicata al benessere con gli interventi di professionisti del settore. Questa settimana un gradito ritorno con un approfondimento di un tema già trattato a novembre: parliamo di Riflessologia del piede con il secondo  articolo di Simone Nosenzo.

 

La Riflessologia del piede – Approfondimento n° 1

di Simone Nosenzo

Nel precedente articolo (clicca QUI per leggerlo), abbiamo presentato la pratica della Riflessologia del piede dando alcune informazioni generali circa la sua nascita, il suo funzionamento e indicato alcuni dei possibili campi di intervento nei quali può essere d’aiuto per alleviare sofferenze di varia origine.
Presentiamo ora una storia che, sebbene non si riferisca ad un caso specifico, è tuttavia comune a molte persone e come tale può essere d’aiuto nel capire come, nella pratica un disturbo può essere affrontato dal riflessologo.

Cervicalgia

Alice soffre da un po’ di tempo di un fastidio al collo. Da indolenzimento che ogni tanto compariva e così svaniva, nell’ultimo periodo il dolore si è intensificato tanto da dover ricorrere a degli antiinfiammatori per alleviarlo ed avere sollievo dal disagio che le causa. Si presenta quindi per un trattamento spiegando il suo problema e chiedendo se la riflessologia può esserle d’aiuto.

La raccolta di informazioni

Come prima cosa occorre osservare il piede per evidenziare eventuali segni che possono darci delle indicazioni. La zona riflessa della colonna vertebrale segue la linea mediale di entrambi i piedi, partendo dall’articolazione falange-falangina dell’alluce, proseguendo lungo il metatarso per poi arrivare sotto il malleolo interno. In particolare, le vertebre cervicali ed il passaggio con le dorsali hanno la loro zona riflessa sulla falange dell’alluce e lungo l’articolazione metatarso-falangea dello stesso.
Così, per esempio, la presenza di callosità nella zona dell’articolazione falange-falangina o di un valgismo dell’alluce ci daranno delle prime informazioni, così come l’eventuale osservazione di un alluce che tende ad essere piegato verso il basso. Il massaggio della zona e dell’intera area riflessa della colonna ci fornirà ulteriori informazioni circa la presenza di punti dolenti, dell’intensità del dolore e della loro localizzazione su entrambi o uno solo dei due piedi e delle eventuali diverse intensità.
Il dialogo tra il riflessologo e Alice potrà fornire ulteriori informazioni circa il momento in cui si è originato il problema e il possibile collegamento del suo insorgere con eventi avvenuti nella sua vita. Questo è un passaggio importante poiché, lo ricordiamo, il piede racconta una storia con il suo linguaggio che può essere arricchito e approfondito tramite la voce di chi il disagio lo vive e l’ha visto sorgere.

Il trattamento

Sebbene non esista un trattamento unico e valido per tutti poiché ogni storia è a sé e deve essere conosciuta per essere interpretata, è possibile dare però qualche linea generale che restituisca la dinamica e la pratica del trattamento. A seconda della situazione si potrà però privilegiare alcune aree, trascurarne altre, inserire ulteriori zone riflesse che, per brevità, qui di seguito non vengono citate. Fatta questa doverosa premessa, in linea generale il trattamento potrà consistere in un massaggio che privilegerà la parte alta del piede (dita, articolazioni falange-falangina delle dita) che corrisponde alla zona della testa: il massaggio interesserà la zona riflessa della colonna vertebrale, le aree riflesse dei muscoli del collo e delle spalle (trapezio, sternocleidomastoideo), la zona riflessa delle clavicole. Si potrà procedere con una mobilizzazione delle articolazioni delle dita e tra le dita ed i metatarsi, dell’articolazione metatarso-falangea dell’alluce (specie in presenza di valgismo) e, per aiutare il trattamento in corso, si potrà coinvolgere la linea metatarso-falangea del dito mellino (il V dito).

Efficacia 

Quante volte dovrà tornare, si chiede Alice, per vedere dei miglioramenti? Non esiste, per fortuna, una regola valida per tutti. Durante il trattamento il riflessologo dà degli stimoli all’organismo affinché ritrovi un equilibrio andato perduto e la ricettività di tali stimoli è necessariamente soggettiva. Il consiglio è di dedicarsi almeno quattro trattamenti a distanza di una settimana l’uno dall’altro. Poi può succedere risultati li si riscontri anche dopo un solo trattamento e, consolidato il percorso con il secondo… ci si possa salutare entrambi felici!

Per informazioni e trattamenti:
Simone Nosenzo
3292386337
info@ipiedielemani.it

 

La Rubrica Asti BenEssere è a cura della Cooperativa della Rava e della Fava