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Speciale 118 Sindaci: intervista a Rosaria Lunghi, Sindaca di Grazzano Badoglio

118 Sindaci: incontriamo Rosaria Lunghi, Sindaca di Grazzano Badoglio.

Da bambina aveva mai immaginato di diventare sindaco?

No assolutamente.

Come è nata la Sua candidatura a sindaco?

Ero assessore già dal 1990, poi vicesindaco nelle due successive legislature. Nel 2004 il Sindaco in carica non poteva più, per termini di legge, candidarsi. Fu lui che indicò me come successore, e la proposta fu condivisa dal gruppo, e da allora in poi, anche dalla popolazione che mi ha sempre accordato il suo favore.

Aveva già qualche esperienza di tipo amministrativo o comunque nel settore pubblico?

Come già detto, come assessore e poi come vicesindaco, mi ero già occupata di alcuni temi a favore del nostro paese.

Quale è stato il suo primo pensiero nel momento che ha capito di essere stato eletta?

Mi sono da subito sentita sulle spalle una grande responsabilità. La popolazione mi aveva accordato la sua fiducia: ora dovevo meritarla!

Quale è stato (o è) l’impegno più complesso che in questa carica ha dovuto affrontare?

Eletta in questa carica, mi sono trovata una eredità pesante: una causa in corso promossa da una Società che voleva aprire una miniera nel nostro paese. Il Comune guidato dal sindaco mio predecessore si era opposto strenuamente, anche perché in passato erano presenti parecchie cave sul territorio grazzanese, soprattutto nella zona di Madonna dei Monti. Chiuse senza nessun intervento di recupero, avevano lasciato parecchie “ferite” che a poco a poco la natura aveva sanato con nuova vegetazione. Non intendevamo aprirne altre.

(Era anche sorto un comitato di cittadini contrari). La società ci aveva già fatto causa e chiesto un risarcimento “astronomico”.

Con la collaborazione di alcuni validi professionisti siamo riusciti a non lasciare aprire la miniera e soprattutto ad evitare il risarcimento.

E’ stata una battaglia dura. Mi sentivo un vaso di coccio tra vasi di ferro, ma dovevamo difendere la bellezza del nostro territorio, nostra unica ricchezza.

A quale tipologia di materia o argomento deve dedicare più tempo?

In generale è la ricerca di fondi per finanziare le opere che mi prende più tempo. La manutenzione degli edifici e degli spazi pubblici è essenziale per far vivere il nostro paese e renderlo accogliente per noi e per i turisti.

Fino ad oggi, quale è stato l’atto da Lei compiuto in carica, che Le ha dato più soddisfazione?

Insieme a questa Amministrazione abbiamo lavorato tanto e portato a conclusione tanti progetti. Forse quello che mi ha dato più soddisfazione di tutti è stato l’inserimento di Grazzano Badoglio nella zona UNESCO. Questo anche perché il percorso è stato altalenante. (In un primo momento eravamo stati inseriti in una delle 9 zone previste. In seguito con la riduzione a 6 aree, Grazzano era stato estromesso). Alla fine ci è stato chiesto di produrre in soli due giorni una corposa documentazione per l’inserimento nella Zona 6, quella degli infernot. Ci siamo riusciti perché la popolazione si è data da fare a produrre i documenti necessari (foto, rilievi, certificati, dichiarazioni, il tutto trasformato anche in materiale digitale).

E’ stata una vittoria del “fai da te”. Di un “piccolo” paese, che ci ha resi orgogliosi di possedere questi piccoli manufatti riconosciuti Patrimonio dell’Umanità.

 Importante per Grazzano è stato il finanziamento che ha permesso il rinnovamento del “Museo Badoglio” che il comune ha in comodato dalla Fondazione Badoglio. Il Museo Casa Natale del Maresciallo Badoglio custodisce un archivio storico di grande valore e numerose testimonianze e cimeli del periodo tra le due Guerre Mondiali. Rinnovarne i locali, la disposizione, il rendere fruibili le raccolte ha aumentato notevolmente il flusso di visitatori. Il Museo, insieme alla Chiesa Parrocchiale dei Santi Vittore e Corona che custodisce la “Tomba di Aleramo” Primo Marchese del Monferrato, è una delle attrazioni turistiche di Grazzano Badoglio.

Entrambi i siti, insieme agli infernot, sono visitabili in numerose occasioni a livello locale, Regionale ed Europeo (come le Giornate Europee del Patrimonio).

In che modo (o in quali modi) comunica con i concittadini?

Quasi tutte le mattine sono in comune, e poi vivo in paese, le persone mi parlano direttamente. E’ come se fossimo una grande famiglia.

Soddisfatta di come porta avanti il suo incarico o no?  Si augura di poter continuare per altri mandati amministrativi?

Più che soddisfatta mi sento orgogliosa di aver fatto il sindaco in questo comune, perché qui, c’è un grande senso di comunità.

Sono orgogliosa anche della collaborazione attiva delle “nostre” aziende vitivinicole, che si prendono in carico la manutenzione di numerosi spazi comunali e li tengono in ordine, rendendo il paese più bello ed accogliente, pur in questo periodo di scarsità di fondi.

Quali accorgimenti, che lei ha attuato, consiglierebbe ai colleghi per rendere l’azione del sindaco più efficace?

Consigliare mi sembra una parola grossa. Forse un suggerimento: cercare la collaborazione dei concittadini. Tante volte, chiedendo, si ottengono risposte  sorprendenti. Molte iniziative si possono portare a buon termine collaborando con tutti.

Di cosa avrebbe bisogno un sindaco per fare funzionare meglio la macchina comunale?

La macchina comunale avrebbe bisogno di una burocrazia diversa da quella dei grandi centri. Ci dovrebbe essere una burocrazia compatibile con la realtà di dove deve essere applicata.

Il problema sicurezza, nel suo Comune come è percepito dai cittadini? Cosa viene fatto e cosa, eventualmente, si dovrebbe fare di più.

Il maggior fattore di insicurezza percepito dalla popolazione è senza dubbio quello relativo ai furti nelle case. Succedono a ondate.

Sono state installate delle telecamere che però non sono un grande deterrente. I Carabinieri della Stazione di Moncalvo sono molto presenti sul territorio, e anche i cittadini si sono attivati nel denunciare direttamente a loro le presenze sospette.

E’ attivo un Centro Anziani, gestito da una energica signora in modo volontario, che si è data da fare per creare una rete di solidarietà e di contrasto alla solitudine.

Sono aumentati negli ultimi anni i bisogni sociali della popolazione? Di che tipo? Cosa si può fare per affrontarli meglio?

Qui c’è una bella integrazione fra la gente, una rete di tipo familiare direi.

Gli anziani che hanno bisogno di aiuto e servizi trovano un appoggio presso la Casa di Riposo Sofia Badoglio, fondata nel 1937 dal Maresciallo Badoglio. Oltre alla gestione degli ospiti, mette a disposizione della popolazione le sue strutture infermieristiche e anche il servizio mensa.

Ci sono organizzazioni di volontariato nel suo Comune? Collaborano con il Comune? Se si, in che modo?

La Pro Loco è una bella associazione costituita in particolare da giovani, che funziona molto bene e con cui c’è grande collaborazione.

Il Circolo Combattenti è lo storico circolo che gestisce il bar ed è mantenuto in vita da un gruppo di volenterosi che portano avanti numerose iniziative. Importantissima è la squadra di Tamburello del Grazzano, una delle tante eccellenze del paese. Sempre tra le principali protagoniste del campionato di tamburello a muro, è Campione d’Italia e ha vinto anche il torneo 2018.  E’ molto seguita dai concittadini anche durante le prove di allenamento che avvengono sulla piazza di Grazzano Badoglio, luogo adibito allo svolgimento delle partite ufficiali.

Anche il Museo Badoglio e la Chiesa Parrocchiale sono gestiti da volontari che si occupano delle visite guidate per i numerosi visitatori, in particolare turisti dal Nord Europa.

Ha ancora un sogno o un progetto tutt’ora nel cassetto, che vorrebbe poter realizzare?

Di sogni ne ho ancora tanti, uno, del quale sono orgogliosa, è in fase di realizzazione.

Si tratta dell’edificio delle Scuole elementari, attivo fino al 2010. Sarà restituito alla sua funzione culturale con una grande opera di restauro e trasformazione degli ambienti in locali espositivi che accoglieranno eventi di varia natura. E’ stato ottenuto un importante finanziamento e i lavori dovrebbero iniziare in tempi abbastanza brevi.

 Il secondo sogno, purtroppo destinato a rimanere tale, è il restauro, e magari una possibile fruizione pubblica, di Palazzo Cotti: un bell’edificio prospicente al comune che si affaccia sulla Piazza Giuseppe Giacomo Cotti, (unica medaglia d’oro della III Guerra d’Indipendenza).

Il palazzo, venduto negli anni Ottanta, è di proprietà di una famiglia lombarda, che lo ha lasciato andare in rovina si rifiuta di metterlo almeno in sicurezza ed evitarne il degrado.

Ho cercato di smuovere mari e monti ma con scarsi risultati, inoltre, come responsabile della pubblica incolumità, ho dovuto cintarlo con strisce per segnalare il pericolo derivante da eventuali cadute di tegole e calcinacci.

Avere sulla piazza principale un edificio così importante, ricco di Storia ma ridotto in queste condizioni dall’incuria dei proprietari mi fa sentire impotente.

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