Solidarietà di We care e i Club di servizio astigiani a favore degli ospiti del Centro di accoglienza notturno maschile

È una fotografia della domenica, inconsueta e un po’ triste. Eppure piacevole. Perlomeno a “conoscerla”.

Tutte le domeniche comandate una trentina di pasti vengono forniti, gratuitamente, alle persone che nella nostra città, di notte sono ospiti del Centro di accoglienza maschile. Invisibili durante il giorno prendono sostanza per mangiare e avere un ricovero.

È una storia lusinghiera per la nostra città: fino al 2014 i pasti venivano garantiti dalla Casa di Riposo Città di Asti, poi a farsene carico è stato l’Ordine degli Avvocati. La catena di generosità è proseguita nel 2016 e primo semestre del 2017 dal Lions Club Asti Host,affiancati fino al giugno scorso da Rotary Club Asti, Inner Wheel, Zonta Club, Soroptimist Club, Panathlon Club, Amitiè Sans Frontières.

Attualmente è l’Associazione We Care Onlus a coprire i costi per la fornitura di pasto caldo che tenendo conto della stagionalità, spiega Antonio Palmariello, responsabile delle refezioni comunali, garantisce un apporto calorico adeguato, un primo, un secondo, contorno, pane, frutta, acqua, oltre a stoviglie a perdere, e la somministrazione, mediamente, di 1000/1050 pasti ogni anno”.

Presenti all’incontro dell’l’Amministrazione con i Club di servizio Astigiani Donatella Testa Gianuzzi (Inner Wheel), Marina Saracco e Augusta Mazzarolli (Zonta Club), Rosalda Binello (We care), Giancarlo Valente (Rotary Club), Fulvio Maranzana e Maurizio Agostinucci (Lions Club) memori del socio Andrea Brignolo che diede avvio e impulso alla riuscita collettiva del progetto..

Da gennaio 2015 è l’Unione Pensionati Asti Est (UPAE), presente Carmen Ferraro, ad ospitare la mensa nei locali della propria sede sita in Via Ungaretti 24/B e sono i Volontari del Centro Accoglienza di Santa Maria Nuova (ora Volontari del Centro Accoglienza San Domenico Savio) ad effettuare la somministrazione del pasto. “Sono in maggioranza italiani, racconta Bianca Terzuolo, di età 30/50anni, stranieri più discontinui grazie alle loro reti amicali”.

“Ci fate sentire meno soli” ha ringraziato l’Assessore Mariangela Cotto “La città ha le sue soddisfazioni e le sue sofferenze, questa collaborazione è il modo che dice l’efficacia di un lavoro condiviso, anche solo per garantire un pasto conviviale e il calore di una mensa”.

Un servizio importante che insieme alle attività di promozione, l’advocacy, della Banca del Dono, di accoglienza maschile e la recente Casa per le Donne e i Bambini, configura una rete di protezione che bada a fornire risposte, senza precludersi spazi di maggiore inclusione sociale.

“Sono realtà di cui la città deve sapere perché le fa bene, ha ribadito il Sindaco Maurizio Rasero, fa emergere povertà nascoste e soluzioni impegnative, ma alla portata di una comunità solidale. Possono esserci cose che demoralizzano ma nell’esperienza di chi amministra queste spingono ad andare avanti”.

La problematica delle persone “senza fissa dimora” fa guardare alla necessità di progetti individuali che affrontando le criticità di partenza, perdita di lavoro, casa, famiglia, permettano però di evolvere. Da parte della Regione Piemonte sarà di prossima attuazione, anche ad Asti, azioni di sostegno all’autonomia e interventi “di bassa soglia”.

È una fotografia solare, nitida e contrastata, come il bianco e nero solo sa dire.