Migraventure, un Bando del Ministero Affari esteri e della Cooperazione per tornare e fare impresa in Africa

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Sovente si fa riferimento agli aiuti per sostenere lavoro e creazione d’impresa nei Paesi di più evidente emigrazione del continente africano.

La Cooperazione italiana allo Sviluppo del Ministero degli Affari esteri offre questa opportunità a nuove idee di impresa “che si propongano sostenibilità economico –finanziaria e perseguimento di obiettivi di impatto sociale e ambientale nei territori e nelle comunità africane in cui insediarsi”.

Migraventure, dopo una edizione pilota nei due anni recenti, è rivolto a migranti imprenditori o aspiranti tali, che vivono attualmente in Italia e che intendono avviare una nuova impresa, o consolidarne una già esistente, sul territorio di un paese africano, generando occupazione e impatto socio-economico positivo.

Le candidature dovranno essere inviate tramite e-mail a migraventure@etimos.org entro e non oltre le 12 del giorno 10 agosto 2018.

Il bando è reperibile in http://www.italy.iom.int/it/migrazione-clima-sviluppo/migraventure

Saranno criteri preferenziali per l’accesso al programma che l’impresa sia attuata in uno dei Paesi africani che rappresentano una priorità secondo le linee guida del Ministero degli affari esteri e della Cooperazione, che si preveda la formazione di una partnership imprenditoriale con altri soggetti nei Paesi di origine o con imprese italiane.

Sarà inoltre valutato opportunamente che il progetto d’impresa sia guidato da una donna imprenditrice ovvero sia generatore di occupazione femminile nella comunità in cui opera.

Al proposito l’Assessore Mariangela Cotto ricorda la positiva esperienza “di due donne occupate in agriturismi che tornate in Nigeria hanno intrapreso l’attività come gelataie. A riprova di come altre donne possano realizzare il desiderio di ritornare nel proprio paese, per intraprendere con una buona idea una attività imprenditoriale”.

Secondo il Sindaco Maurizio Rasero “Fare tesoro di una esperienza lavorativa svolta in Italia, e trasferirla nel proprio paese d’origine può diventare la miglior forma di cooperazione internazionale. Una formazione professionale concreta da spendere a favore dei propri connazionali”.

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