Le Rubriche di ATNews - Comunicare la bellezza

Il Castello di Serralunga, eredità di interesse per tutto il territorio fotogallery

Nella nostra nuova tappa del progetto “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale di Langhe-Roero e Monferrato”, vi portiamo a conoscere il Castello di Serralunga, con un approfondimento a più voci.

Il Castello di Serralunga è in consegna al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Polo Museale del Piemonte. La direttrice del Castello, l’Architetto Laura Moro, ci ha spiegato gli antefatti legati alla storia recente del maniero. A Serralunga abbiamo poi incontrato Massimiliano Romanelli, della Fondazione Barolo & Castles, che gestisce in concessione le aperture e le attività rivolte al pubblico da circa quattro anni, e Giulia Fiandino, che con i suoi racconti, ci ha regalato una speciale visita guidata che proviamo a far rivivere con parole, immagini e video. Solo un assaggio di una realtà tutta da scoprire, che merita un viaggio o una gita fuori porta.

Il castello di Serralunga fu acquisito dallo Stato nel 1949 dall’Opera Pia Barolo grazie all’intervento del presidente della Repubblica Luigi Einaudi, che temeva potesse cadere in rovina.” – spiega l’arch. Moro.

“Questo è l’antefatto per conoscere la storia recente del Castello, che rappresenta un’eredità di interesse per tutto il territorio. Se ci pensiamo, l’atteggiamento di Einaudi fu profetico in quanto alla base vi era il pensiero dell’importanza del territorio e della valorizzazione del suo patrimonio. In seguito venne istituito un vincolo paesaggistico sul borgo di Serralunga d’Alba, così che il borgo stesso e le sue caratteristiche furono in qualche modo “congelate” e gli consentirono di mantenersi intatto nel tempo.

Una realtà che quindi era stata sottoposta a vincoli paesaggistici ben prima di quanto sta avvenendo adesso, per mantenere e preservare il territorio dopo il riconoscimento di queste terre, da parte dell’Unesco, come Patrimonio dell’Umanità.

Più recentemente – prosegue la Direttrice del Castello- si è avviato un dialogo più aperto con il territorio e le attività di gestione e valorizzazione del castello sono state date in concessione a realtà locali. Il suo inserimento nell’area dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato da parte dell’Unesco aggiunge un’attenzione in più verso lo storico contesto di vigneti che circondano e caratterizzano il sito monumentale ed il suo antico borgo: un rapporto con il territorio che è sempre stato molto forte fin dal Medioevo.”

Questo maniero che si erge slanciato in cima alla collina dove sorge il bel comune della Langa del Barolo ha sempre avuto una destinazione d’uso diversa dagli altri della zona.

“Il castello di Serralunga – continua l’architetto Moro – non ha mai avuto una funzione militare ma piuttosto di residenza saltuaria e di luogo dove venivano sottoscritti atti che riguardavano il territorio. Soprattutto ha sempre rappresentato un segnale nel paesaggio dell’importanza della famiglia dei Falletti. Era una specie di vessillo a dimostrazione della loro importanza sul territorio. Oggi possiamo ancora apprezzarlo molto dal punto di vista formale perché si è conservato perfettamente.

Inoltre, il rapporto con l’attività vitivinicola e agricola del territorio è sempre stato molto forte in quanto il castello è stato utilizzato come deposito agricolo quando passò sotto la proprietà dell’Opera Pia Barolo, l’ente benefico istituito per volontà testamentaria della marchesa Giulia di Barolo, ultima erede dei Falletti.”

Dopo aver inquadrato brevemente le fasi principali della storia recente del castello e del borgo, Massimiliano Romanelli ci parla dei più recenti cambiamenti, prima e dopo il riconoscimento da parte dell’Unesco.

“Il castello di Serralunga – ci spiega – dopo la sua acquisizione da parte dello Stato fino al 2011 è stato gestito con un custode residente. Dal 2011 è stata avviata una nuova gestione prima con l’Associazione Amici di Serralunga e poi con la Barolo & Castles Foundation, attuale affidataria. 

Il primo anno si registrarono fin da subito 13 mila presenze, salite a 15.000 visitatori nell’ultimo anno. Il grande incremento è stato soprattutto da parte degli stranieri: molti arrivano dal Nord Europa, ma anche dalla Svizzera, Germania, Francia, Australia, Stati Uniti, l Brasile, Russia, Cina e Giappone. Ogni stagione, anche se è diversa da quella precedente, vede comunque crescere il numero di turisti che arrivano a visitare Serralunga, dall’Italia e dall’estero.”

Ma come mai, secondo Lei, il turista sceglie questi luoghi?

“Il turista apprezza la bella vista, la qualità della vita, che è molto buona da queste parti, ama la casa sperduta tra le colline, ama il silenzio, l’enogastronomia, il buon vino e, bisogna dirlo, prezzi bassi per essere in zona di qualità, rispetto ad altre realtà. Il vantaggio delle Langhe e del Monferrato è che non sono ancora posti affollati e quindi danno le risposte a quello che gli stranieri cercano.”

Come vede il rapporto tra Langhe, Roero, Monferrato astigiano e la zona degli Infernot?

“A mio avviso le Langhe possono essere un volano per lo sviluppo di Monferrato e Roero perché lì si possono trovare le stesse bellezze delle Langhe ma con costi più contenuti e questo sarà un vantaggio che aiuterà sicuramente la crescita anche di quelle aree. Perchè spesso non ci rendiamo conto, ma è proprio grazie agli occhi di visitatori che si riesce a valorizzare la bellezza che abbiamo intorno. Noi ce l’abbiamo sempre sotto gli occhi e non capiamo forse del tutto il suo reale valore: ce lo fanno capire i visitatori.”

Il castello di Serralunga si può scoprire grazie alle visite guidate in italiano e in inglese e con la possibilità di prenotare visite in francese, tedesco e russo.

Durante il nostro viaggio a Serralunga abbiamo anche effettuato la visita del Castello insieme all’esperta guida Giulia Fiandino, e ad un gruppo di turisti. In un pomeriggio di fine maggio infrasettimanale a visitare il castello c’erano turisti stranieri ed anche italiani, provenienti dalla Lombardia.

Abbiamo chiesto agli italiani come avessero fatto a venire a conoscenza di queste zone. Curiose le risposte: una famiglia ha scelto di venire a scoprire la Langa dopo aver visto in televisione, alla trasmissione “Il Borgo dei borghi” lo speciale su Barolo, un’altra famiglia ebbe modo di transitare per queste zone andando da Como verso il Monregalese e rimase affascinata dalla bellezza dei paesaggi per cui ha deciso di tornarci e di fermarsi più giorni per visitare borghi e castelli della Langa del Barolo.

Quello che si ammira è un maniero caratterizzato da un unico ambiente per ogni piano. A partire dal piano semi-interrato (non visitabile, nrd) dove una vasta stanza rappresentava il deposito delle decime dei contadini, grazie ad una temperatura sempre fresca per via della mancanza di punti luce.

Al primo piano, dopo aver passato una doppia corte di ingresso, con un piccolo ponte levatoio che serviva per difendere l’edificio, si apre l’ampio salone di rappresentanza, che ospita anche una piccola cappella con affreschi trecenteschi. Le immagini raffigurano santi francescani ed il martirio di santa Caterina d’Alessandria.

Un analogo salone lo si ritrova al secondo piano: era l’ambiente dedicato alla vita domestica, che nel tardo medioevo poteva essere suddiviso tramite semplici pareti lignee. Si possono ancora vedere l’ampia volta, grandi camini alle pareti e le finestre gotiche con le sedute in muratura. Un dettaglio significativo è la presenza di una latrina coperta, con scarico dei liquami, a fianco delle cucine: non rappresentava un lusso od una comodità ma una modalità di autonomia per restare all’interno del Castello anche in caso di emergenza.

L’ultimo piano ospitava originariamente una cinta di camminamenti esterni aperti, coronati da merli. Più tardi venne innalzato il tetto ed oggi richiede un po’ di immaginazione per vederlo come era prima degli interventi: ora alla vista è una grande sala coperta dalle cui aperture, ricavate fra gli antichi merli, si può godere di un panorama dalla bellezza incommensurabile.

Per saperne di più visita il sito del Polo Museale del Piemonte: polomusealepiemonte.beniculturali.it

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Il Progetto “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato” è realizzato grazie al contributo di:

Regione Piemonte

Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato

Cooperativa della Rava e della Fava

Il Progetto ha ricevuto il Patrocinio di:

Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato

Comune di Asti

Comune di Nizza Monferrato

Comune di Vaglio Serra

Provincia di Asti