Lettere al direttore

Asti, Mariangela Cotto su Vita Indipendente: “La polemica dimentica i requisiti richiesti”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’assessora Mariangela Cotto sul provvedimento che detta nuovi criteri per i progetti di Vita indipendente di persone con grave disabilità motoria.

Da più mesi si rischia di equivocare. E l’Ordine del giorno della minoranza nel Consiglio di lunedì scorso ha riproposto l’argomento. Nessuno intende accanirsi o disapplicare Vita indipendente, gli Uffici sono impegnati a verificare le condizioni di accesso al contributo regionale con controlli accurati. Non senza ritrovare situazioni inammissibili, per età, reddito, o al limite della correttezza richiesta

Chiarendo che il rispetto della privacy vincola a non scendere nei particolari delle situazioni che hanno originato l’acceso confronto, l’Assessore lamenta una presa di posizione tutta politica da parte della minoranza.

Quando si dice integrazione… Non è per pietismo che possiamo chiudere un occhio ma si tratta di offrire a tutti di accedere in modo equo. La sostanza del ragionamento dell’opposizione è “perché non destinare tutto il finanziamento della Regione ai cinque che hanno fatto richiesta di contributo per Vita indipendente e la cosa finisce lì?” La risposta è semplice: quattro dei cinque non rientrano nei requisiti e i finanziamenti della Regione non si riferiscono specificamente a Vita indipendente ma a tutti gli interventi relativi alla disabilità. Nulla viene disperso, ed è mio dovere rispondere di come vengono impiegate le risorse. Poi col contributo di tutti, aggiunge, preferirei ragionare sui motivi che determinano una cerchia ristretta di potenziali fruitori.

Per chi pensa che l’assistenza socio assistenziale si rivela in generale approssimativa, caritatevole o elargita a pioggia si deve ricordare che i progetti di V.I, sono “una” delle possibili risposte alla grave disabilità motoria. E proprio perché “una”, essa parla a situazioni circoscritte: riguarda destinatari di età compresa tra i 18 e 64 anni, inseriti in contesti lavorativi, formativi, sociali con rilevanza a favore di terzi o con riferimento all’esercizio delle responsabilità genitoriali nei confronti di figli minori. I progetti di Vita indipendente sono finalizzati all’assunzione di assistenti personali che consentono alla persona di raggiungere la piena autonomia e non sono da confondere con progetti di sostegno che possono essere garantiti con assegni di cura o con altre forme di intervento indiretto.

Al proposito il consuntivo 2017 del Comune a favore della disabilità ha registrato un investimento di € 1.426.435,73, comprensivo dei trasferimenti regionali e statali, per 401 interventi relativi a 340 individui. Si tratta di integrazioni alle rette in strutture residenziali e centri diurni, trasporti, progetti individualizzati in compartecipazione con Asl At, sostegno alla domiciliarità, assistenza domiciliare, affidi familiari, progetti di attivazione sociale, educativa territoriale, tutele, curatele, amministrazioni di sostegno. A questi si aggiungano € 1.011.464,04 relativi ad assistenza scolastica, trasporti speciali casa/scuola e ritorno e interventi di recupero alle autonomie per i ragazzi con disabilità sensoriale.

Le situazioni presenti agli Uffici sono quindi numerose e corre l’obbligo che gli Uffici accertino se le procedure correnti e trascorse con i relativi provvedimenti sono corrette e le dichiarazioni addotte veritiere.