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Giuseppe Ugonia: “Con il riconoscimento dell’Unesco è cresciuta la coscienza del valore del nostro territorio” video

Nuova “tappa” del nostro viaggio virtuale per “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di
Langhe-Roero e Monferrato”: torniamo oggi nella Core Zone numero 5 denominata “Canelli e l’Asti Spumante” che comprende i
comuni di Canelli, Calosso e Santo Stefano Belbo incontrando Giuseppe Ugonia, il sindaco di Calosso.

Giuseppe Ugonia sindaco Calosso

Giuseppe Ugonia: “Con il riconoscimento dell’Unesco è cresciuta la coscienza del valore del nostro territorio”

di Luciano Baracco

Giuseppe Ugonia è stato eletto sindaco del comune di Calosso la prima volta nel 2009, ed è stato confermato nel 2014; è
testimone attivo dell’importante fase storica che hanno vissuto i paesaggi vitivinicoli del proprio paese, riconosciuti
patrimonio dell’umanità dall’Unesco proprio nel 2014.

Cosa è cambiato con il riconoscimento da parte dell’Unesco?

Da noi non è cambiato molto dal punto di vista paesaggistico, è cambiata molto la percezione del valore del territorio nella
mentalità degli abitanti di Calosso; prima era meno presente, meno rilevante: ora è diventato più sentito, c’è stata una
crescita della coscienza dell’importanza del territorio in cui viviamo. Ci tengo a sottolineare come il 90% del territorio di
Calosso rientri nella Core Zone riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Secondo Lei, che cosa ha aiutato questa presa di coscienza?

Due cose in particolare hanno aiutato l’affermarsi di questo virtuosismo ideologico: i territori vocati alla viticultura
hanno aumentato la capacità di creare reddito e l’affermarsi di una sempre maggiore attrattiva di questi territori nei
confronti di un turismo straniero. Tutto questo ha rafforzato nella popolazione in generale il concetto che questo
riconoscimento rappresenta un valore che va difeso e sostenuto.
Infatti l’economia vitivinicola si è rafforzata, qui a Calosso abbiamo una produzione che si divide circa a metà tra moscato
e barbera, con circa 450 ettari coltivati. E poi è cresciuta la presenza dei turisti e questo ha fatto si che nascessero nuove attività ricettive e che quelle già presenti abbiamo registrato un’importante crescita.

A proposito di turisti, secondo Lei cosa pensano vengano a cercare nelle nostre zone?

I turisti da noi vengono a cercare il buon vino e il buon cibo, principalmente, ma anche la tranquillità e le attrattive che
i nostri territori possono offrire. Ad esempio a Calosso organizziamo la Fiera del Rapulè che attira ogni anno tra le 15 e le
20mila presenze, penso che sia la manifestazione con maggiore afflusso in provincia dopo il Festival delle Sagre.
E poi certamente i turisti cercano la pulizia, motivo per cui noi dobbiamo tutti insieme avere molta cura del sistema viario,
di tutte le strade a partire da quelle che portano al paese, ma anche a quello per accedere ai vigneti, per poter permettere
ai visitari di accedervi.

Cosa si fa per tutelare i paesaggi vitivinicoli?

Noi come amministratori comunali abbiamo la pesante responsabilità di tutelare e migliorare l’importanza dell’economia, se si mantengono nel tempo il 70% del compito è fatto. Tutti hanno interesse a presentarsi sempre meglio. Qui a Calosso abbiamo la
fortuna di avere pochi elementi di disturbo del paesaggio, alcuni interventi sulle strutture pubbliche sono già stati fatti,
adesso bisogna anche ragionare su strutture private, su tutte penso al castello medievale che deve essere inserito in un
programma di salvaguardia, mentre sicuramente bisognerà intervenire su alcune strutture impattanti come la torre
dell’acquedotto.
Per il resto abbiamo previsto anche alcuni accorgimenti, come il divieto dei diserbanti sui cigli delle strade e devo dire
che la maggior parte dei calossesi hanno questa sensibilità.

Il riconoscimento dei paesaggi vitinicoli come patrimonio dell’umanità è una sfida per il territorio: quali sono i progetti più ambiziosi del Comune per vincerla?

Devo fare una premessa doverosa, iniziativa a breve termine nel breve periodo non ce ne sono perchè la nostra amministrazione
è in scadenza nel 2019, posso dire le tre cose che farebbe in caso (improbabile) di riconferma:
1) Prosecuzione della sensibilizzazione ai problemi ambientali e paesaggistici sia nei confronti della popolazione, sia verso
l’esterno;
2) Messa in atto di un sinergismo virtuoso tra tutte le associazioni che operano all’interno del Comune e che si occupano di
promozione del territorio; sinora hanno svolto un ottimo lavoro a livello individuale, devono cercare solo una maggiore
sinergia tra loro;
3) Trovare risorse per la manutenzione delle strade e per il patrimonio edilizio sia pubblico sia privato, penso soprattutto
al castello.

 

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Il Progetto “Comunicare la Bellezza: Narrazione Digitale dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato” è realizzato grazie al contributo di:

Regione Piemonte

Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato

Cooperativa della Rava e della Fava

Il Progetto ha ricevuto il Patrocinio di:

Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato

Comune di Asti

Comune di Vaglio Serra

Provincia di Asti