Orecchio di Venere e i parrucchieri di Asti e provincia in prima linea contro la violenza sulle donne

Diffondere sempre di più una cultura per debellare la violenza dalla nostra società è uno dei principali obiettivi della nuova iniziativa del Centro Antiviolenza “Orecchio di Venere” che coinvolgerà i parrucchieri.

“Se la tua vita ha preso una BRUTTA PIEGA, CHIEDI AIUTO” è quanto compare sui manifesti adesivi che saranno affissi, prossimamente, nei 250 negozi di parrucchieri che hanno già aderito all’iniziativa in Asti e Provincia, e che coinvolgerà anche i barbieri, su loro diretta richiesta.

Sull’adesivo sono indicati anche i numeri a cui rivolgersi per chiedere aiuto: il 366 92 87 198 e il numero nazionale 1522, che offre assistenza in diverse lingue. Nei saloni si troveranno anche una locandina, corredata da biglietti da visita.

L’iniziativa è stata illustrata nel corso di una conferenza presso la sede della Croce Rossa di Asti, dove insieme al Presidente della CRI di Asti Stefano Robino, e la responsabile di “Orecchio di Venere” Elisa Chechile, era presente anche l’Assessora Regionale alle Pari Opportunità Monica Cerutti.

L’incontro ha rappresentato anche l’occasione per tirare le somme dell’attività del centro antiviolenza. Il Centro Antiviolenza “Orecchio di Venere” è nato ad Asti, in seno al Comitato provinciale della Croce Rossa, ed è attivo dal 2009, grazie alla sensibilità dei volontari verso un problema che allora era ancora agli inizi. Non che non ci fosse la violenza in famiglia, ma i casi non venivano alla luce come adesso.

Da nove anni offre alle donne vittime di violenza servizi del tutto gratuito che vanno dall’ascolto, alla presa in carico, al supporto legale a quello psicologico: dal 2009, sono stati 2035 gli ascolti, 850 le consulenze legali, 1100 le consulenze psicologiche e 5960 le accoglienze telefoniche. Sono state aperte 406 schede, di cui 61 nel 2017. Riguardo i casi più recenti, nel corso dell’ultimo anno, dei 61 casi ben 47 donne avevano figli, per un totale di 94 minori coinvolti. I minori rappresentano le vittime che pagano di più la violenza in famiglia, perchè hanno più tempo, davanti a sè, per portarsi dietro il ricordo ed elaborarlo, condizionando le loro vite.

E’ importantissimo sottolineare – ha specificato Robino – che il Centro Antiviolenza “Orecchio di Venere” è operativo in tutta la Provincia di Asti. I volontari sono tutti formati per dare primo soccorso alle vittime di violenza e per dare loro supporto.”

Le attività del centro sono portate avanti dalla grande passione dei volontari, coordinati dalla responsabile, Elisa Chechile, ed offrono un servizio di grande qualità (gli astigiani sono stati anche chiamati a fare i formatori in altri centri piemontesi) e soprattutto continuativo, 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno.

Sogno che un giorno il Centro Antiviolenza “Orecchio di Venere” possa essere chiuso – ha affermato Elisa Chechile – vorrebbe dire che non ci sarebbe più violenza. Non bisogna essere spettatori della violenza, ma antenne con una mentalità non violenta. Bisogna fermamente credere che la violenza può essere debellata e soprattutto rendersi conto che la violenza nella società astigiana c’è, non è una cosa così lontana da noi.”

Il Centro di Asti, che ha 18 sedi territoriali dislocati su tutta la provincia, a cui le vittime di violenza possono rivolgersi, lavora in stretto contatto con la Regione Piemonte, di cui è centro accreditato, come ha sottolineato l’Assessora Cerutti: “E’ importante una copertura territoriale ma di qualità, la capillarità deve dare un sostegno adeguato alle singole situazioni, perchè l’attivazione non può essere impersonale, ogni caso ha le sue peculiarità.”

L’Assessora si è soffermata anche sui dati, in forte crescita: “Ciò non significa che la violenza sia aumentata, c’era già, ma piano piano sta emergendo il sommerso, sempre di più. L’obiettivo di questo lavoro capillare che si fa nei centri antiviolenza è prevenire conclusioni drammatiche, lavorare sulla violenza che precede il femminicidio. La società civile va coinvolta in questo percorso, e l’iniziativa insieme ai parrucchieri è molto importante, perchè nei saloni si riesce ad arrivare a tante situazioni. Non bisogna girarsi dall’altra parte e di questo devono esserne consapevoli anche i giovani che non possono pensare che la violenza sia qualcosa che non ci riguarda.”

E’ fondamentale che chi è vittima di violenza non si senta sola, sfiduciata verso le istituzioni. Le vie d’uscita ci sono, bisogna fare in modo che la persona si renda conto che il domani ci può essere e può essere diverso, migliore.