Influenza in Piemonte, la Regione fa il punto con i direttori delle aziende sanitarie

Questa mattina l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta, insieme al direttore dell’assessorato Renato Botti, ha incontrato i vertici delle aziende sanitarie di Torino e dell’area metropolitana torinese per fare il punto sull’applicazione dei piani di contrasto all’affollamento dei pronto soccorso ospedalieri nel periodo invernale, predisposti nelle scorse settimane dalla Giunta regionale insieme alle aziende sanitarie.

Il quadro emerso al termine dell’incontro è quello di una situazione complessivamente sotto controllo, seppur con criticità dovute all’aumento dell’afflusso nelle strutture ospedaliere registrato nelle ultime settimane, in concomitanza con il diffondersi delle sindromi influenzali che vede il Piemonte fra le regioni più colpite a livello nazionale e con la chiusura degli studi medici per le festività. Nel corso dell’incontro è stato espresso particolare apprezzamento per il lavoro svolto in queste circostanze dal personale sanitario coinvolto.

Tutte le aziende sanitarie hanno avviato i propri piani tra la fine del mese di novembre e l’inizio di dicembre: l’applicazione concreta ha permesso fino ad oggi di mettere a disposizione oltre 330 posti letto supplementari negli ospedali di Torino e provincia, tenendo conto dei posti recuperati dai reparti meno utilizzati durante il periodo e destinati ai pronto soccorso e dei posti attivati in strutture di lungodegenza e Rsa.

In particolare, l’Asl Città di Torino ha messo a disposizione 140 posti letto, inclusi i 40 presso la Rsa Carlo Alberto che saranno attivi a partire dalla prossima settimana. La Città della Salute ne ha recuperati altri 55, con l’apertura da questa mattina del reparto-polmone da 20 posti.

La Giunta regionale ha confermato ogni possibile supporto e disponibilità ai direttori delle aziende sanitarie nelle azioni di contrasto al sovraffollamento dei pronto soccorso, comprese le iniziative per favorire le dimissioni di quei pazienti che non necessitano più di ricoveri ospedalieri e per utilizzare al meglio anche le disponibilità presenti nelle Rsa.