Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini Del Monferrato al Bocuse D’or Europe 2018

Barbera d’Asti docg e Ruchè accompagneranno i piatti in gara alla finale europea del Bocuse d’Or, in programma l’11 e 12 giugno 2018 a Torino, dove i migliori chef gareggeranno per conquistare il titolo europeo e aggiudicarsi il posto per la finale mondiale del 17/esimo Bocuse d’Or, in programma a Lione nel 2019. Ci saranno solo denominazioni piemontesi alla kermesse d’alta cucina che incorona i più quotati chef in gara per il titolo mondiale. Tra le tredici denominazioni piemontesi presenti, anche i due dei vitigni che hanno contribuito a portare la prestigiosa competizione sotto la Mole.

“Grandi vini per la prima volta insieme a grandi chef” dice il presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, Filippo Mobrici. “Alcune delle eccellenze delle produzioni del nostro territorio – aggiunge – saranno abbinate all’evento di assoluta eccellenza”. “Le nostre denominazioni sono in grado di trasmettere la storia delle nostre colline e la passione di chi produce, persone che hanno contribuito a rendere i nostri vini unici e sinonimo di cultura in tutto il mondo. Il Bocuse d’Or – conclude Mobrici – rappresenta un’opportunità di sviluppo e crescita in grado di richiamare l’interesse mediatico internazionale sul nostro patrimonio enogastronomico, culturale e turistico”.

La superficie vitata di Barbera d’Asti Docg, coltivata sulle colline meglio esposte dell’Astigiano e dell’Alessandrino, si estende su oltre 5 mila ettari e viene prodotta da circa 650 aziende vinicole. È uno dei rossi tra i più rappresentativi del Piemonte che, seppur immediato e di facile beva, è capace di attendere per anni il momento migliore per essere consumato. Di colore rosso rubino, brillante e profondo, che con il tempo vira al granato. Al naso è intensa, vigorosa, con un ampio bouquet di frutti rossi quali ciliegia, mora, lampone e prugna. In bocca è immediata, grazie ad un piacevole nerbo acido. Caratterizzata da una piacevole sapidità, si presenta rotonda e ben bilanciata.

I filari di Ruchè di Castagnole Monferrato Docg, vitigno autoctono che sta rinascendo grazie a circa 30 produttori, si sviluppano su circa 113 ettari. Tra i vitigni più rari tra quelli coltivati nel Monferrato astigiano, è originario dell’area collinare a Nord-Est di Asti. In passato era il vino delle ‘grandi occasioni’, offerto alle persone più care, da sempre legato ai momenti belli della vita famigliare. Di colore rosso rubino non troppo carico, ha un profumo intenso ed originale, con note floreale e speziate, talvolta unite a sentori di frutti di bosco e ciliegia. Al palato risulta asciutto, armonico e gradevolmente morbido, con buona persistenza.

In Piemonte, la superficie totale di vigneto è di 43.500 ettari. L’85% della produzione enologica piemontese è costituita da vini a denominazione d’origine, di cui 18 docg e 42 doc prodotti da una ventina di vitigni autoctoni storici. Vino che è contributo fondamentale all’economia piemontese – con un valore dell’export nei primi 6 mesi del 2017 in aumento di quasi il 4% sul 2016 – e al turismo. Il vino è uno degli ambasciatori del Piemonte in tutto il mondo, capace di valorizzare la gastronomia regionale ma che ben si adatta alle cucine internazionali e che testimonia la storia e lo sviluppo della viticoltura e dell’enologia piemontese.
Un territorio cui il paesaggio è stato plasmato dalla mano dell’uomo e modellato dal lavoro a contatto con la terra, che ha permesso di creare paesaggi unici al mondo, riconosciuti Patrimonio dell’umanità nel 2014.