Consorzio Barbera d’Asti , Vino e Diritto: convegno al Senato per il disegno di legge sui nuovi impianti

Il presidente del Consorzio del Barbera d’Asti e vini del Monferrato, Filippo Mobrici (anche presidente del Consorzio Land of Perfection) terrà una relazione a Roma, al Senato, il prossimo 6 dicembre in occasione del convegno ‘Vino e Diritto’. Si tratta di uno degli incontri di preparazione al varo della proposta di legge sui nuovi impianti di vigneto. Mobrici è l’unico rappresentante piemontese dei produttori ad esser stato invitato per tenere una relazione. Insieme a lui, anche l’avvocato ed ex sindaco di Asti, Fabrizio Brignolo, esperto di diritto vitivinicolo.

Il convegno, organizzato dal senatore Michelino Davico, del Gruppo parlamentare Federazione della Liberta’, coinvolge le due Regioni italiane maggiormente vocate alla vitivinicoltura, Veneto e Piemonte. L’appuntamento è un focus di approfondimento e studio sul sistema di autorizzazioni all’impianto. Servirà per portare le istanze del mondo vitivinicolo in Parlamento e per arrivare all’adozione di una nuova normativa in grado di tutelare, con maggiore efficacia, le produzioni vinicole di qualità. Il ddl, poi, sarà consegnato al presidente della Commissione Agricoltura del Senato.

“Dobbiamo tutelare il nostro patrimonio viticolo e prevenire la fuga di ettari di vigneti verso altri territori, come previsto dalla normativa vigente” è quanto anticipa il presidente Filippo Mobrici. “Nel mio intervento sosterrò quanto sia fondamentale – prosegue – non disperdere i nostri vigneti al di fuori della nostra Regione, per prevenire l’impoverimento del nostro patrimonio vitivinicolo”.

Negli ultimi due anni di applicazione della normativa delle autorizzazioni di impianto, alcuni giuristi ed esperti del settore hanno elaborato uno studio che consente di fotografare in maniera plastica la situazione attuale, proiettandola negli anni a venire. Nel campo agroalimentare e in particolare in quello vitivinicolo, manca una normativa in grado di garantire lo sviluppo di produzioni. Oggi le autorizzazioni ai nuovi impianti di filari di vite (nel limite dell’1% sulla quota nazionale già vitata) sono previste, indistintamente, per tutti i proprietari terrieri, che di fatto divengono automaticamente dei potenziali produttori di vino, pur senza averne una vera e propria vocazione. Situazione che, se si dovesse protrarre nei prossimi anni, avrebbe come effetto diretto l’impoverimento dell’intero settore vitivinicolo italiano, sia dal punto di vista economico sia per la riduzione dell’offerta vinicola italiana.