Regione Piemonte, circa 1.500 studenti al cinema per riflettere sui diritti umani

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Saranno circa 1.500 gli studenti e le studentesse delle scuole secondarie piemontesi di primo e secondo grado che lunedì 6 novembre alle 10.30 prenderanno parte alla proiezione del film Vai e vivrai di Radu Mihaileanu nell’ambito della rassegna “Rights on the movie”.

L’iniziativa, promossa dal Comitato regionale per i Diritti umani, presieduto dal presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, in collaborazione con Agiscuola, si focalizza quest’anno sui temi legati ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e propone – a cadenza quindicinale – la proiezione mattutina, fino al 20 novembre, di quattro pellicole per gli studenti e, fino al 5 dicembre, cinque proiezioni serali rivolte alla cittadinanza.

Le sale che ospiteranno l’evento sono il cinema Monterosa di via Brandizzo 65 a Torino, Cristallo di via Battisti 7 ad Acqui Terme (Al), Lumiere di corso Dante 188 ad Asti, Verdi di via Pozzo 2 a Candelo (Bi), Vittoria di via Cavour 20 a Bra (Cn), Pellico di piazza Cattaneo 24 a Trecate (No), Sociale di via Carducci 2 a Omegna (Vco) e Lux di via Calderini 9 a Borgosesia (Vc).

Alla proiezione in programma ad Asti interverrà la componente dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea regionale Angela Motta e il vicepresidente del Comitato Giampiero Leo, mentre a quella di Torino la componente del Comitato Sylvia Manzi.

Martedì 7 novembre alle 21 al cinema Massimo di via Verdi 18, a Torino, avrà luogo invece la proiezione aperta alla cittadinanza, cui interverrà lo scrittore Younis Tawfik, componente anch’egli del Comitato.

La trama del film

Africa, 1984. Il Mossad, il servizio segreto israeliano, sta organizzando la cosiddetta “Operazione Mosè” che, con la collaborazione della Cia e del Nsa statunitensi, ha come obiettivo il trasferimento in Israele di un folto gruppo di ebrei etiopi (i ” Falasca”), un gruppo di origine assai remota, facendoli passare attraverso dei campi profughi in Sudan.

In uno di questi campi vive insieme alla madre un bimbo anch’egli etiope, ma cristiano. Un giorno, una madre ebrea perde il figlio ammalato, Schlomo, e la madre del bambino cristiano, che comprende come la possibilità di sopravvivere in quel campo profughi sia quasi nulla per il figlio, lo affida alla donna ebrea, sperando che, quando gli agenti del Mossad arriveranno, il “nuovo” Shlomo possa fuggire dal campo fingendosi ebreo.

Il trucco funziona, e il bambino riesce ad arrivare in Israele. Qui, adottato dalla famiglia Harrari, cresce in mezzo alle guerre, all’amore per una ragazza (Sarah), agli studi religiosi e al disprezzo che alcuni (tra cui il padre di Sarah) hanno per lui (perché è nero).

Pur essendo tutto sommato felice, Schlomo sente fortemente il desiderio di tornare dalla madre , rimasta in Sudan e gli pesa molto il segreto di non essere ebreo. In seguito si trasferisce a Parigi per studiare Medicina, per poi tornare in Israele dove sposa Sarah. Alla fine trova il coraggio di dire la verità ai propri familiari, e nel finale della pellicola lo si vede tra i medici senza frontiere incontrare l’anziana madre: il suo sogno di ritrovarla e riabbracciarla viene così coronato.

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