Piemonte, “Punizione o opportunità”. Presentato il bilancio del progetto “Percorsi formativi”

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Affiancano i volontari nelle consegne a domicilio di frutta e verdura alle famiglie in situazione di disagio; sono impegnati nel sostegno ad anziani, disabili o adolescenti in difficoltà oppure, ancora, prestano servizio in attività di dopo scuola rivolte ai bambini. Sono oltre 2 mila gli studenti delle scuole superiori e delle agenzie formative piemontesi che dal 2008 ad oggi hanno partecipato al progetto “Percorsi formativi alternativi alle sanzioni disciplinari”, realizzato dal Forum Interregionale Permanente del Volontariato Piemonte e Valle d’Aosta e promosso dall’assessorato all’Istruzione della Regione Piemonte, insieme all’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte. Il bilancio dell’iniziativa è stato tracciato nel corso del convegno “Punizione o opportunità”, che si è svolto lunedì 6 novembre al Liceo “Gioberti” di Torino, alla presenza dell’assessora regionale all’Istruzione, Gianna Pentenero, della senatrice Elena Ferrara, prima firmataria della nuova legge sul cyberbullismo e del dirigente dell’ufficio scolastico regionale per il Piemonte Franco Calcagno.

Il progetto, che quest’anno giunge alla sua decima edizione, si propone di contrastare il disagio sociale e relazionale dei ragazzi, partendo dal principio che una condotta sbagliata possa essere modificata non tanto attraverso punizioni, bensì attraverso la costruzione di percorsi educativi di recupero che prevedono l’inserimento dei giovani in attività socialmente utili gestite da associazioni di volontariato o realtà del Terzo Settore.

“L’iniziativa – ha spiegato il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Franco Calcagno – si realizza sin dall’anno scolastico 2008/2009 (prima nella sola città di Torino, poi anche nel resto della regione) in attuazione delle azioni congiunte previste dall’Osservatorio di prevenzione del bullismo, con l’obiettivo di promuovere comportamenti di rispetto della persona e condivisione della crescita umana. La finalità è permettere a ciascuno studente non solo di risarcire il danno arrecato alla società, ma anche di avviare un cammino di maturazione per reinserirsi pienamente in essa”.

“Si tratta – ha sottolineato l’assessora regionale Gianna Pentenero – di un’opportunità formativa molto importante che viene messa a disposizione dei giovani piemontesi e delle loro famiglie, a cui tra l’altro viene chiesto di condividere l’opportunità e il senso del percorso offerto allo studente. In questo modo si realizza quell’alleanza educativa tra studenti, docenti, famiglie, istituzioni e mondo dell’associazionismo che è fondamentale per contrastare comportamenti scorretti a scuola, a cominciare da quelli, purtroppo sempre più ricorrenti, legati al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo”.

“Il convegno – ha dichiarato Annalia Giliberti, presidente del Forum del Volontariato – è l’occasione per far conoscere gli ottimi risultati del progetto, che si è sempre più ampliato e ha creato un ponte fra il mondo della scuola ed il volontariato. Sperimentandosi in nuove realtà, i giovani acquisiscono una maggiore consapevolezza di sé e di ciò che li circonda. Per far questo abbiamo bisogno che il volontariato, consapevole della sua importanza, si metta sempre più in gioco accogliendo gli studenti sanzionati”.

Dal 2008 ad oggi l’iniziativa è arrivata a coinvolgere, dalle 7 iniziali, 111 scuole in tutta la Regione (di cui 60 in provincia di Torino, 19 nel Cuneese, 15 nel Novarese, 6 in provincia di Vercelli, 3 rispettivamente ad Asti, Alessandria e Biella, 2 nel Vco) e 135 associazioni di volontariato (50 in provincia di Torino, 34 a Cuneo, 16 a Novara, 10 ad Alessandria, 8 ad Asti, 7 nel Vco, 5 rispettivamente a Biella e Vercelli), dove hanno prestato servizio 2041 studenti sottoposti a sanzione disciplinare, per un totale di circa 10.300 giorni di attività.

Con ogni istituto scolastico, il forum del volontariato stipula un protocollo d’intesa, in cui garantisce la copertura assicurativa degli studenti coinvolti, l’assegnazione di tutor e lo studio di un percorso personalizzato, costruito sul profilo di ciascun ragazzo, in accordo con i docenti referenti e le famiglie. Le attività di volontariato, per un numero minimo di tre mezze giornate, possono essere realizzate al mattino, in sostituzione della frequenza delle lezioni, o nel pomeriggio, dopo l’orario scolastico.

Da una rilevazione condotta tra i 50 docenti piemontesi che hanno aderito al progetto nell’anno scolastico 2016/2017, è emerso come l’iniziativa abbia avuto ricadute positive, sia in termini comportamentali sia didattici, per il 90 per cento di loro. Solo per il 10 per cento dei professori interessati, invece, l’adesione ha invece avuto un effetto positivo sul comportamento dei ragazzi, meno sulla didattica. L’iniziativa, inoltre, è stata molto gradita anche dai genitori, che ne hanno apprezzato il valore formativo, preferendola alla sanzione tradizionale, nonostante la scelta potesse comportare un dispendio maggiore di energie (per la necessità, ad esempio, di accompagnare il figlio sul luogo dell’attività).

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