Domani il secondo appuntamento del Progetto 7 marzo ’91. La Migrazione Albanese ad Asti: un esempio di integrazione

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Mercoledì 18 ottobre alle 17 presso il Polo Universitario di Asti, in Piazzale De Andrè, si terrà il secondo appuntamento del progetto che punta a rivedere la migrazione albanese alla luce di quelle che coinvolgono i migranti di oggi provenienti dall’Africa e dalle zone di guerra e a fare dialogare passato e presente mettendo in relazione nuovi cittadini, nuove generazioni, detenuti e la cittadinanza tutta, in esperienze di convivenza e conoscenza reciproca.

Tutti gli appuntamenti saranno validi per la formazione degli insegnanti di ogni ordine e grado.

Un percorso costituito da attività diverse e complementari, ideate dalla Fondazione Giovanni Goria con la collaborazione della Fondazione Vera Nocentini di Torino, Il Centro di Cultura Albanese di Torino, il Piam (Progetto Integrazione Accoglienza Migranti), Libera e il Consorzio Co.al.a.

Dopo il partecipato incontro della settimana scorsa, che ha affrontato il tema “Verso una nuova patria. Profughi, refugees e displaced persons nel dopoguerra europeo”, mercoledì 18 ottobre si parlerà delle ragioni politiche e sociali dell’emigrazione albanese degli anni ’90 e delle ambiguità della prima accoglienza in Italia.
Ad approfondire il tema sarà Francesco Vietti, Antropologo e docente presso l’Università di Torino e di Milano Bicocca.

La seconda parte dell’incontro vedrà la testimonianza di Mimosa Mustafa, responsabile della Scuola Albanese appena inaugurata in città che insieme a Carlo Cerrato, giornalista e Segretario della Fondazione Giovanni Goria, ripercorrerà le ragioni e le tappe del percorso che ha portato all’apertura della scuola.

Un progetto che si propone come ponte tra memoria e presente, tra individui, tra comunità, tra città. Il fenomeno migratorio è uno dei più emblematici della contemporaneità che non a caso è stata definita «The Age of migration», perché sono proprio i migranti a incarnare nel modo più pieno e drammatico tutta la complessità e le contraddizioni del mondo contemporaneo.
Si tratta di un percorso che ha l’ambizione di informare e insieme rintracciare le buone pratiche che dal passato possono offrirci suggerimenti per affrontare l’oggi e magari essere replicate.

Il progetto, patrocinato dalla Prefettura di Asti e che vede anche la collaborazione del Ministero della Giustizia, è risultato tra i 10 vincitori (in tutto il Piemonte) della call “Polo del ‘900: Bando per il Piemonte” sostenuta dalla Compagnia di San Paolo per diffondere il modello di valorizzazione culturale del Polo del ‘900. (centro culturale torinese in cui convergono 19 enti partner, uniti dal comune impegno nella ricerca, nella salvaguardia e nella rilettura attualizzata delle tematiche che hanno caratterizzato il XX secolo).

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