La Regione Piemonte investe sei milioni e mezzo per la disabilità grave

Nuovi interventi personalizzati di inclusione per inserire i disabili gravi nel contesto sociale con un investimento di 3,75 milioni di euro e 2,73 milioni per attrezzare le normali abitazioni civili.

“Questo per poter allontanate – ha spiegato l’assessore alle Politiche sociali, Augusto Ferrari – dalla istituzionalizzazione e dalla residenzialità di vecchio stampo le persone con disabilità e per una migliore qualità della vita”. Questo il senso della informativa, svolta dal responsabile di Giunta, nella seduta del 14 settembre della quarta Commissione presieduta da Domenico Ravetti.

I 6 milioni e mezzo, ripartiti dalla Regione con due provvedimenti deliberativi adottati entro i primi di agosto, sono fondi giunti da Roma dal mese di maggio e riguardanti la legge 112/2016, denominata “Dopo di noi” che disciplina misure di assistenza, cura e protezione delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare o in vista del venir meno del sostegno della famiglia. In genere si tratta dei genitori, che vengono aiutati attraverso la progressiva presa in carico della persona interessata, già durante gli anni della loro anzianità.

Queste risorse si aggiungono ai 12 milioni che il Piemonte spende ogni anno per aiutare oltre 37mila 500 disabili di cui circa 7mila 500 minori.

Ferrari ha anche informato la Commissione sull’avvio della programmazione delle nuove politiche sociali, annunciando che essendosi conclusa la vecchia fase “Patto per il sociale 2015 – 2017” è intenzione della Giunta predisporre la nuova programmazione per il biennio 2018 – 2019.

Per questo motivo, dopo aver sentito nel convegno del 5 luglio l’analisi dei punti di forza e di quelli di debolezza del triennio 2015 – 2017 da parte degli attori coinvolti, entro fine anno, oltre al passaggio in Commissione, si terranno riunioni in tutti gli ambiti provinciali.

Per il momento sono stati fissati tre obiettivi trasversali: definizione degli ambiti territoriali per la gestione dei servizi, calcolo omogeneo dell’indice Isee e interoperabilità dei sistemi informatici del comparto sociosanitario.

A questi si aggiungono i singoli obiettivi specifici di: lotta alla povertà, cure domiciliari per non autosufficienti, servizio civile universale (non più nazionale), politiche per la casa e politiche di sostegno alla famiglia.