Lettere al direttore

La Parola della settimana di Cesare Torta: Premier

In settembre spuntano fuori come i funghi. Parliamo dei candidati a premier del governo italiano.

Finiti i tempi delle battaglie congressuali e delle primarie che almeno davano una parvenza di democrazia all’interno dei partiti politici, adesso gli annunci si fanno via Twitter: “Ho deciso che sarò il candidato premier” dice Di Maio al popolo il giorno precedente alla scadenza fissata per presentare le candidature nel suo movimento. Pare che non ci saranno altri candidati. Pare anche che il regolamento interno sia stato cambiato all’uopo aggiungendo la parola “grave” ai reati per i quali, se inquisiti, non sarebbe stato possibile candidarsi. Insomma, una candidatura a “botte di ferro”, senza tante chiacchiere e procedure astruse. Basta fidarsi del garante.

Da Pontida risponde Salvini con qualche proposta politica ad effetto sicuro, almeno per il suo elettorato. Per la prima volta non interviene il fondatore della Lega Bossi. Forse per evitare collegamenti con la gestione economico finanziaria del passato, non proprio esemplare per dare un minimo di credibilità alle proposte politiche attuali.

Ma la candidatura più originale è quella della Brambilla, l’amica degli animali che, sotto l’egida del “grande vecchio” di Arcore, si propone con un unico programma politico quello di paladina di cani, gatti e selvaggina varia, dopo aver scoperto che i loro padroni vanno a votare e sono molto più numerosi dei cacciatori.

A parte i criteri i di selezione di chi dovrà guidare l’Italia in un contesto molto problematico, rimane qualche perplessità, nell’analizzare i messaggi di questi giovani personaggi che si propongono come nuovi e fautori di cambiamenti radicali. Tutti hanno in comune temi specifici e con alto gradiente di consenso politico (sondaggi a man bassa) e nessuno che lasci trapelare una visione globale dei problemi. Problemi la cui soluzione potrà essere trovata solo trattando a livello internazionale.