Associazione Culturale Davide Lajolo: appello per lo “ius soli” e lo “ius culturae”

L’approvazione della legge per dare la cittadinanza ai ragazzi stranieri nati in Italia e che abbiano frequentato il corso di studi è contrastata in sede politica e ha un cammino difficile. Coloro che sono contrari confondono questo diritto con la questione dell’accoglienza dei rifugiati, ma sono cose ben diverse. Ritenendo necessaria una presa di posizione per fare chiarezza sui contenuti della legge, un gruppo di insegnanti e di educatori hanno lanciato un Appello per lo “ius soli” e lo “ius culturae”.

Gli insegnanti ed educatori che vogliono aderire all’appello possono collegarsi ad Appello degli insegnanti per lo ius soli e lo ius culturae, cliccando https://goo.gl/forms/1AC6g081ttGQC9Ag2, e c’è anche il gruppo Facebook “Insegnanti per la cittadinanza”.
L’ appello chiarisce correttamente, sfatando le argomentazioni errate, che la cittadinanza non è automatica al momento della nascita come negli USA, ma dopo un preciso percorso educativo. Per questo l’appello si intitola per lo ius soli e lo ius culturae. Nell’appello si legge: “Noi insegnanti guardiamo negli occhi tutti i giorni gli oltre 800.000 bambini e ragazzi figli di immigrati che, pur frequentando le scuole con i compagni italiani, non sono cittadini come loro. Se nati qui, dovranno attendere fino a 18 anni senza nemmeno avere la certezza di diventarci, se arrivati qui da piccoli (e sono poco meno della metà) non avranno attualmente la possibilità di godere di uguali diritti nel nostro paese. Ci troviamo così nella condizione paradossale di doverli educare alla “cittadinanza e costituzione”, seguendo le “Indicazioni nazionali per il curricolo” che sono legge dello stato – sapendo bene che molti di loro non avranno né cittadinanza né diritto di voto”.

Quei ragazzi dunque sono discriminati e gli estensori dell’appello lanciano la proposta che martedì 3 ottobre, nel giorno della memoria delle vittime dell’emigrazione, ci si appunti sul vestito un nastrino tricolore per indicare la volontà di rendere cittadini i ragazzi di origine straniera residenti in Italia.

I primi firmatari di Asti sono Floriana Basso, Marina Ranieri, Mario Malandrone, Piera Medico, Giusi Pavone Istruzione adulti CPIA 1 ASTI; Miriam Cauda Noix de Kola; Giulia Frances Piantadosi, Enrica Oddone, Alessandra Ghione, Anna Musso, Antonia Adurno Scuola dell’infanzia; Roberta Borgnino e Monica Parola Istituto Castigliano; Maria Teresa Gangi, Pierpaolo Sobrino Scuola secondaria di primo grado, Valeria Sollazzo Formazione professionale, Giovanna Fracchia e Paola Epoque Angelo, Demaria, Antonello Virano, Carlo Minardi Scuola secondaria di secondo grado, Giampiero Monaca, Silvia Casorzo , Barbara Fantino, Viviana Odetti scuola primaria. Gli educatori Lorena  Robaldo, Roberto Zanna, Adele Nappo, Matilde Zito, Giuseppina Cantarella, Kitti Fasolis, l’assistente sociale Silvia Vercellone. E inoltre le giornaliste Laura Secci e Laura Nosenzo, l’attrice Lorenza Zambon, il presidente Piam Onlus Alberto Mossino, gli avvocati Maurizio La Matina e Paola Bosca, Nichi Angelino, Laurana Lajolo, l’assistente sociale Federica Zoin, Roberta Martinengo veterinaria, Enzo Sobrino, Elena Pascali, Roberto Signorini, Fabio Siragusa, Andrea Eccetto, Letizia Monaco, Carlotta Cabras, Rossella Polimeni impiegati; Stefano Bego Arci; Federico Gasparetto, Simonetta Paola Ferrero, Graziella Boat e Anna Ferrero DISVI, Lorenza Valente, Luca Squillia, Paola Ziero, Ferdinando Rosati, Giovanni Salvatore Faita, Sara Vazzola, Tiziana Valente, Carmine Salimbene, Anna Bosia, Patrizia Migliore, Giovanni Prezioso, Italo Colombo, Isabella Pontiroli, Michele Anselmo, Vittoria Briccarello, Anna Valtz, Paola Bortoluzzi, Michele Maggiorotti.