Il Cerchio magico: Una Zia per Amica

In questa rubrica abbiamo parlato spesso del rapporto genitori-figli e anche del rapporto nonni-nipoti, ma mai di un altro rapporto particolarmente prezioso, per chi ha la fortuna di viverlo, che è quello tra zii e nipoti. Vivo la felice situazione di essere zia di ben undici ragazzi e ragazze e, benché alcuni di loro siano oggi ormai parecchio lontani, rimane un filo sottile eppure solido a unirci.

Andando oltre la mia personale esperienza vedo in molti casi le zie, in particolare se sorelle più giovani delle mamme e ancora senza figli, diventare quasi delle vice mamme con le quali i bambini instaurano attaccamenti molto forti e queste spesso sono vitali nella gestione quotidiana delle fatiche legate all’accudimento dei neonati o dei bambini. Vedo anche giovani zii porsi come compagni di gioco e poi di avventura quando i nipoti crescono, vedo zii con figli aiutarsi reciprocamente tenendosi i bambini a vicenda e accompagnandoli/prendendoli da scuola a turno. Insomma nella complessità dei nostri ritmi di vita la risorsa di uno zio, una zia è veramente importante, ma lo è più ancora per assicurare ai bambini e ragazzi la presenza confortante di un gruppo di adulti significativi che la/lo amano e accolgono, punti di riferimento a lungo termine.

Se con i nipoti più piccoli è in fondo facile dimostrare affetto e le occasioni per ritrovarsi possono essere varie, dalle prime comunioni alle feste di compleanno, con i più grandi invece occorre una scelta precisa che va compiuta e dev’essere necessariamente libera e reciproca, altrimenti non regge.  Io sono fortunata perché i miei nipoti, quasi tutti direi, mi considerano parte della loro vita e in particolare una di loro mi consente di quando in quando di avere accesso al suo bellissimo mondo interiore di giovane donna in formazione. È un regalo prezioso e mi sembra rappresenti proprio quanto di più specifico e bello il  rapporto tra zii e nipoti offra: il poter rappresentare una figura di mediazione, un adulto che è simile al genitore, ma non è il genitore, e al tempo stesso, per varie ragioni soprattutto legate agli interessi culturali e di loisirs, è più vicino, ha un linguaggio comune. Il fatto che ci sia famigliarità rassicura, ma non costringe, la longevità del rapporto e la mancanza di un ruolo specifico evita che si carichi di eccessive aspettative (come può avvenire con altrettanto figure importanti come un professore o un allenatore di sport) e anche guardandolo dall’altra prospettiva, da genitore, devo dire che sono molto felice che mia figlia abbia tanti zii e zie tra i quali potrà cercare consigli, affetto, confidenza, quando in adolescenza noi diventeremo la sua ultima scelta.

Nonostante sia assolutamente convinta e innamorata della bellezza di questo rapporto sono consapevole che la “ziitudine” non sia solo un fatto di sangue, che ci siano amici che col tempo diventano figure altrettanto stabili e importanti degli zii propriamente detti e questa è una grande risorsa, alla portata di tutti, una risorsa preziosa per i nostri figli a qualsiasi età, ma anche per noi. Perché l’affetto di una bambina, un ragazzo, una giovane sono balsami per i nostri occhi che spesso guardano il mondo con eccessiva stanchezza e disillusione.

Paola Lazzarini