Regione Piemonte: sul Piano migranti l’Aula è divisa

“Finalmente si parla di integrazione e ben venga il coinvolgimento delle Regioni, cosa che finora non era avvenuta”.

L’assessora regionale all’Immigrazione Monica Cerutti, nella seduta del 18 luglio, ha risposto con queste parole alla richiesta di comunicazione sul Piano nazionale per l’integrazione formulata dal capogruppo FdI, Maurizio Marrone.

L’assessora ha continuato dicendo che, “il piano del ministero è ancora in fase di discussione. Ieri avrebbe dovuto esserci una riunione che però è stata rinviata. C’è già stato un lavoro comune che ha portato ad alcune modifiche, ma il piano è ancora aperto a modifiche. È prevista una norma finanziaria con un apposito fondo e dal piano generale dovranno poi dipendere dei piani specifici, vedremo se per questo ci saranno ulteriori risorse”.

Marrone ha evidenziato perplessità rispetto alla comunicazione in quanto l’Esecutivo piemontese, a suo parere, non difende la sostenibilità del proprio territorio già al limite, tant’è che in sede di confronto con il Governo centrale invece di essere alleata e sulle stesse posizioni delle principali Regioni del nord – Lombardia, Veneto e Liguria – contrarie al piano governativo, si ritrova alleata e isolata insieme con la Regione Sicilia. Il rilievo dell’esponente del centrodestra è anche quello di un atteggiamento ideologico da parte della Giunta regionale e della sua maggioranza di fronte ad un aumento degli sbarchi del 17 per cento. Marrone ha anche rilevato come ormai anche i Cinquestelle e parte del Pd a iniziare da Matteo Renzi, manifestino preoccupazione per tali flussi migratori.

La capogruppo della Lega nord, Gianna Gancia, nel suo intervento ha manifestato il timore che di fronte all’atteggiamento, a suo dire irresponsabile della Regione Piemonte e del Governo, si possa correre il rischio che i cittadini piemontesi si facciano giustizia da sé: una questione non umanitaria, nonostante la tradizione cristiana dei nostri territori, ma di profonda incapacità dei livelli di governo regionale e statale.

Il capogruppo del Movimento nazionale per la sovranità del gruppo Misto, Gian Luca Vignale, ha invece lamentato l’impossibilità di proseguire un’attività di intervento in mare unica in una logica di accoglienza indiscriminata, come ormai rilevato persino da sindaci Pd. Vignale ha sottolineato come i sindaci siano spogliati del governo del territorio, causa la gestione attraverso i prefetti dell’immane business dei migranti. Ormai il Piemonte spende 200 milioni l’anno per l’ospitalità ai migranti e l’Italia arriva ad almeno 4,5 miliardi di euro e non di fondi europei, come asserito erroneamente dal Governo, in una situazione che porta spesso a discriminazioni al contrario tra italiani e migranti, che per l’80 per cento sono economici e non possono essere considerati profughi.

In appoggio all’operato dell’Esecutivo regionale è intervenuto Marco Grimaldi, contestando la tesi dell’invasione, a suo parere cara alla retorica del centrodestra, citando i dati sul saldo demografico italiano e mettendo in guardia contro il pericolo di atteggiamenti di stampo razzista.