Lettere al direttore

Emergenza idrica: ex cave, vasche di laminazione e nuove dighe, ecco le soluzioni

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Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Enrico Alessandro Cavallero di Costigliole.

Anche quest’anno, anticipando sempre più i tempi rispetto agli altri anni si ritorna a parlare di emergenza idrica. I danni sono già notevoli e con il perdurare di certe situazioni : cambiamenti climatici che determinano scarsità di precipitazioni e aumento sconsiderato delle temperature.

A risentirne potrebbe essere l’intero assetto economico della provincia, con ripercussioni pesanti non solo sulle imprese agricole, che in particolare per l’orticoltura non possono far fronte alle loro esigenze di irrigazione costante, ma anche sulle abitazioni private dei cittadini e sull’intera economia.

Per questi motivi l’emergenza non deve essere minimizzata. Nel bacino del Tanaro, ogni anno e ad ogni precipitazione, si disperdono velocemente milioni di litri di acqua piovana che fluiscono via velocemente senza poter essere in qualche modo, trattenute e utilizzate.

Questo succede poiché nel periodo del boom economico e dell’incedere edilizio, si sono drenati, senza riserve e con pochissimi criteri di tutela, gli alvei dei fiumi per ricavarne sabbia e ghiaia, privando gli stessi di quel ciottolato o pietrisco utilissimo nell’importante attività del frenare il deflusso .
Prima di allora, le acque rallentate nella loro corsa potevano essere prelevate per lunghi periodi direttamente dal Tanaro e dalle aziende agricole. Le stesse servivano, inoltre, ad alimentare le falde acquifere dei corsi d’acqua secondari.

Ormai non serve a nulla recriminare su questi errori o su risorse distribuite in passato senza programmazione e senza mai prevedere interventi strutturali importanti e adeguati .

Quello che non bisogna fare è il rimanere inermi e impreparati, in attesa che questa emergenza con il passare degli anni assuma proporzioni notevoli . Bene le proposte delle associazioni di categoria agricole di utilizzare le ex cave per raccogliere le acque; così come è importante il ruolo svolto dalle vasche di laminazione, la cui funzione è quella di rappresentare una valvola di sfogo delle piene, riducendo anche i rischi di esondazione.

Ma si pensi anche a nuove e apposite dighe di contenimento da innalzare lungo il fiume laddove la richiesta di utilizzo di acqua è maggiore, con la funzione di contenerle nei periodi di piena e a nuove Briglie di diramazione per alimentare corsi d’acqua minori , i pozzi degli acquedotti e dei privati e a cui potrebbero attingere gli agricoltori delle aziende rivierasche .

Enrico Alessandro Cavallero – Costigliole d’Asti
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