Partono i saldi in tutta Italia

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Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio, ogni famiglia, in occasione dei saldi estivi 2017, spenderà 230 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori ed articoli sportivi, per un valore complessivo di 3,5 miliardi di euro.

Claudio Bruno “si prospettano buoni affari per i consumatori, un pò meno per i negozianti che chiedono più controlli sulla contraffazione, sull’abusivismo e rispetto delle regole”

“Sabato 1 luglio, parte l’estate dei saldi. Diciamo subito che siamo di fronte ad una stagione dove i consumi degli ultimi mesi non hanno fatto percepire ai commercianti quei segnali di ripresa di cui si parla e anche il dato sulla “fiducia dei consumatori” che l’istat da un aumento a giugno rispetto al mese di maggio, per il commercio è ancora purtroppo negativo e per questo non è facile fare delle previsioni.”

“Ciò nonostante è chiaro che le aspettative ci sono e l’Ufficio studi di Confcommercio stima che per “saldi estivi 2017″ ogni famiglia spenderà 230 euro per l’acquisto di capi si abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori ed articoli sportivi, per un valore complessivo che si attesterà tra 3, 5 e 4 miliardi di euro un dato sostanzialmente in linea con quello dello scorso anno.”

“La questione saldi” rimane comunque un tema aperto, con posizioni ancora distanti tra Confcommercio e la Grande distribuzione e un giudizio sull’esito finale di questa stagione di saldi dovrà necessariamente tener conto di certe intollerabili anticipazioni degli sconti lanciati in primo luogo dalle catene e dai potenti monomarca, che come ogni anno finiscono col determinare una situazione che Confcommercio non si stancherà di segnalare alle Autorità competenti, trattandosi di azioni di concorrenza sleale, al pari dello “abusivismo ” e della “contraffazione” che fanno emergere dati eclatanti in termini di evasione e preoccupazione per la sicurezza e salute stante l’impiego di certi materiali “.
“Alla fine … si prospettano buoni affari per i consumatori, un pò meno per i negozianti, che chiedono più controlli sulla contraffazione, sull’abusivismo e rispetto delle regole” perché non c’è niente di peggio che scrivere leggi senza poterne garantire il rispetto -“— conclude Claudio Bruno.

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