Il Cerchio magico: Storie di donne straordinarie parte seconda

Qualche settimana fa abbiamo parlato del libro “Storie della buonanotte per bambine ribelli. 100 storie di donne straordinarie” e vorrei oggi soffermarmi sul fatto che, a volerle vedere, le nostre realtà sono piene di donne straordinarie in grado di ispirarci e dare consistenza alle aspirazioni delle bambine.

In quest’ultimo periodo ho incontrato, per caso, alcune di queste donne straordinarie e la loro storia mi ha appassionata: una donna che a trent’anni è partita per l’Africa forte solo del suo amore per gli animali e che si è trovata a dirigere un centro di riabilitazione per scimpanzé in Cameroon, un’altra che a 45 anni ha ripreso il suo amore giovanile per il karate ed è diventata cintura nera, un’altra ancora che – dopo aver affrontato e vinto un tumore – è partita per l’Australia e ora fa la skipper di professione.

Ascoltare queste storie mi conquista e nutre la bambina che è ancora in me e che si accanisce a credere che se non è vero che tutto è possibile, resta vero che si deve tentare e che – nel mio piccolo – posso farlo anch’io, perché più che di geni il mondo ha bisogno di persone in contatto con se stesse…

Ciò che mi ha colpito in queste storie, infatti, non è il successo, che non sempre c’è, non è misurabile e comunque non era lo scopo, ma la forza di tornare alle intuizioni vitali che abbiamo avuto nella prima adolescenza. Quando in adolescenza scopriamo pienamente noi stessi, spesso accade che – come lampi – siamo attraversati da intuizioni su ciò che siamo e vogliamo fare, ben diverse dai sogni di bambini che sono proiettati fuori verso i modelli, queste intuizioni vanno proprio al cuore di noi stessi e ce lo rivelano. Un padre domenicano, grande conoscitore dell’animo umano, parlando di questa intuizione, scrive: “Normalmente scopriamo in noi diversi talenti, vale a dire diverse attività che compiamo con molto piacere e che ci riescono abbastanza bene. Ma un talento, un’attività mi abita in modo particolare. Anche se per qualche tempo non mene occupo mi torna in mente, ne sento il desiderio. Mi manca. Potrebbe essere il talento che svela la forma della mia vita che un giorno potrebbe diventare la mia attività principale. Come ne posso verificare l’autenticità? Se dura. Se in essa mi ritrovo. Se mi dà gioia. Se sono disposto/a a sudare parecchio per realizzarlo. Il mio talento perciò mi è particolarmente amico, amico intimo, che prima mi invita a far amicizia con il mio essere, il mio agire, le mie emozioni e sentimenti che rendono possibile la gioia del talento e poi mi svela la via della mia realizzazione pian piano con delicatezza” (Christian Steiner).

Spesso la scoperta di questo talento-amico viene poi coperta e soverchiata dalla maturità e dal buon senso, dall’opportunità,  eppure qualcuno – magari non subito, magari dopo molti anni – è capace di tornarci, spolverarla e provare a concretizzarla. Ebbene io trovo che da questicammini scaturisca una luce fortissima, capace di illuminare anche le vite degli altri e di diffondere intorno a sé gemme di bene, sempre preziose, sempre di più.

Paola Lazzarini 

{loadmodule mod_banners,Rubrica realizzata con il patrocinio di}