Il Cerchio magico: Film di animazione e modelli maschili

Da madre amante dei cartoni animati e convinta della loro efficacia pedagogica, se ben selezionati e visti insieme ai bambini, sono particolarmente grata e affezionata alle principesse Disney e in particolare alle ultime “nate” ( Vaiana, Merida, Rapunzel, ma anche Anna e Elsa di Frozen) per i modelli femminili forti e complessi che propongono, però mi rendo conto che quegli stessi film di animazione che apprezzo per lo sguardo sul mondo femminile, sono piuttosto poveri se vi si cercano modelli o almeno personaggi interessanti per i maschietti.

È chiaro, infatti, come personaggi come Maui o Eugene-Flynn (rispettivamente co-protagonisti di Oceania e Rapunzel) possano esercitare un’attrazione perché si tratta di “simpatiche canaglie” forti e divertenti, ma sono anche bugiardi, manipolatori e hanno bisogno dell’incontro con il personaggio femminile per diventare affidabili e coraggiosi. Non sono certa che sia questo il tipo di messaggio che vorrei giungesse a un ipotetico figlio maschio e quindi mi è sembrato interessante provare a esplorare altri personaggi maschili, che rappresentano delle vere opportunità educative per bambini maschi, ma apprezzabili e apprezzati anche dalle bambine. Il primo film che vorrei prendere in considerazione è sempre un film Disney, anche se appartenente all’universo Marvel, ed è “Big hero 6” il cui protagonista, Hiro, è un geniale ragazzino di 12 anni che – in seguito a un incidente – perde suo fratello maggiore e con l’aiuto di un gruppo di buffi amici e soprattutto di un tenero robot-infermiere scopre il colpevole e salva delle vite. Hiro può affascinare bambini e ragazzini di varia età e propensione: piace al bimbo “nerd” per la sua genialità nella robotica, ma anche al bambino più attivo perché nella seconda parte del film diventa sostanzialmente un supereroe. E Hiro è un personaggio che evolve: da bambino ripiegato su di sé a persona orientata agli altri e disposta anche al sacrificio, il tutto con grande attenzione a bilanciare comicità e tensione. Credo che Hiro, con la sua generosità, il suo coraggio e il suo carisma possa rappresentare un bel modello per un giovane uomo.

Un altro personaggio che ritengo particolarmente significativo e complesso, che propongo volentieri a mia figlia e proporrei altrettanto volentieri a un maschio, è Hiccup, il protagonista di Dragon trainer e Dragon trainer 2. Hiccup è un ragazzino imbranato, che vive in un contesto (un villaggio di ipotetici vichinghi) violento, che premia la capacità di distruggere e soggiogare e nel quale il male/il diverso è rappresentato dai draghi: nemici di cui si sa tutto, senza conoscerne realmente nulla. In questo contesto Hiccup salva un drago, ne diventa amico e in un percorso interessantissimo riesce addirittura a convincere la propria gente a non temere questi animali (discorso che varrebbe altrettanto per qualsiasi soggetto “altro” rispetto a noi), fino ad arrivare nel secondo episodio della serie ad essere il capo del suo villaggio, un capo che cerca insistentemente la pace e la concordia. Pur trattandosi di film di azione il tema di fondo è quello della potenza del dialogo e della vicinanza, dell’incontro con la diversità e le conseguenze positive che questo può portare. In questa avventura il personaggio femminile che accompagna il protagonista non è particolarmente significativo, mentre lo è la madre di Hiccup, che gli ha trasmesso l’atteggiamento di apertura verso le differenze, che se in lei ha comportato una auto-esclusione dal gruppo, nel figlio diventa acquisizione collettiva. Due grandi film, da guardare e discutere con i propri bambini questi di Dragon trainer!

Un terzo spunto interessante può venire dal personaggio di Jack Frost nel film “Le 5 leggende”, nel quale il personaggio di Jack (colui che porta la neve e le gelate nel mondo anglosassone) è un ragazzo che attraverso una lunga battaglia contro le paure arriva a “scoprire il proprio centro” ovvero ciò che lo rende ciò che è, ed è molto avvincente vedere questo percorso di presa di coscienza che si sviluppa attraverso il ricordo, il rapporto con l’altro (adulti e bambini), la solitudine, il confronto con le proprie paure. Si tratta di una pellicola da decodificare un po’ insieme ai nostri figli, ma che può offrire molto, se si va oltre il fastidio che possono provocare cose come la riduzione della Pasqua a festa del coniglietto pasquale o dell’idea di fede come credere in Babbo Natale e poco più.

Hiro, Hiccup e Jack sono tre personaggi complessi e interessanti, assolutamente all’altezza di Vaiana, Merida  e Elsa e credo valga la pena proporli ai propri figli, anche in alternativa ai supereroi tradizionali, la cui complessità -se ben visibile nei film per adulti – non lo è altrettanto nelle riduzioni a cartoni animati pensate per i bambini.

Anche se siamo in primavera i giorni di pioggia invogliano a restare in casa e a guardare bei film, quindi buona visione!

Paola Lazzarini 

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