Il Cerchio magico: L’ultima principessa Disney è la donna che tutte vorremmo essere

Durante queste vacanze,  come molti, sono andata al cinema con la mia famiglia a vedere Oceania, l’ultimo lungometraggio Disney, sul quale avevo molte attese che sono state ripagate.

Da anni ormai utilizzo i film disney all’interno di un percorso educativo per mia figlia, finalizzato alla costruzione di una identità femminile forte e sicura e Oceania rappresenta un ulteriore tassello, prezioso, per questo cammino.

In questo film, ancora una volta dopo Merida (Ribelle) ed Elsa (Frozen) abbiamo una protagonista femminile che non cerca il principe azzurro, ma in quest’ultimo film il passo in avanti è evidente: innanzitutto Vaiana (Moana nella versione originale) è destinata a diventare la capo villaggio, senza alcun bisogno che sposi qualcuno, in secondo luogo in tutta la sua avventura di sedicenne alla scoperta di se stessa è assente il turbamento amoroso così come la pressione sociale al matrimonio, mentre è pressante la tensione a trovare il proprio posto nel mondo, l’unicità del proprio ruolo all’interno della comunità e della famiglia.

Co-protagonista con Vaiana e suo vero, unico amore, è l’Oceano che la sceglie e la accoglie, ma senza mai sostituirsi a lei:  la lascia crescere e fare fatica, avere paura, ferirsi, tentare e fallire… la lascia anche rinunciare alla sua “missione” e proprio per questo nella scena in cui recupera il “cuore di Tefiti”, che aveva scagliato in fondo al mare, la ragazza arriva a fare propria pienamente la “vocazione” alla quale si sentiva chiamata. Ed è proprio vero e profondo perché in tutte le nostre “vocazioni”, che siano professionali, familiari o religiose, all’inizio ci sentiamo portati in maniera estrinseca e poi, via via, siamo sempre più consapevoli e autonomi ed è proprio in questo che sta il diventare adulti: assumere consapevolmente il proprio posto nel mondo.

Vaiana nel suo percorso è aiutata e contemporaneamente ostacolata da un altro personaggio interessante, Maui, il semidio che in realtà rappresenta benissimo la fatica che tutti noi mortali facciamo nel recuperare le nostre ferite affettive e nello smettere di inseguire il consenso e la gratificazione altrui, come se da essi dipendesse la nostra identità.  

È dunque un bel “romanzo di formazione” in cartoni animati questo Oceania e vale la pena guardarlo insieme a figli piccoli e anche adolescenti per parlarne e anche discuterne … lasciandosi contemporaneamente portare dalla bellezza visiva dei paesaggi polinesiani e dal ritmo delle musiche. 

Paola Lazzarini 

{loadmodule mod_banners,Rubrica realizzata con il patrocinio di}